Ponte Vespucci, una targa in ricordo di Idy Diene

Lo ha deciso la giunta di Palazzo Vecchio. Intanto è stata affidata al medico che curò dalla depressione Vasco Rossi la perizia psichiatrica su Roberto Pirrone, l'omicida di Diene

Idy Diene

Idy Diene

Firenze, 22 maggio 2018 - Una targa sul ponte Amerigo Vespucci ricorderà Idy Diene, tragicamente ucciso il 5 marzo scorso. Lo ha deciso la giunta di Palazzo Vecchio dando il via libera alla proposta presentata dall’assessore alla Toponomastica Andrea Vannucci, a seguito della mozione approvata in Consiglio comunale. “Un modo per ricordare Idy Diene e testimoniare ancora la vicinanza dell’Amministrazione a chi ogni giorno piange la sua scomparsa – ha detto l’assessore Vannucci - La targa sul ponte Vespucci contribuirà a mantenere la memoria di un evento tragico che colpito la città di Firenze”.

Intanto il gip di Firenze Alessandro Moneti ha affidato la perizia psichiatrica su Roberto Pirrone, l'ex tipografo che ha ucciso il senegalese,  al professor Giancarlo Boncompagni di Bologna. L'incarico è stato formalizzato oggi. Secondo quanto emerge a margine della vicenda processuale, Boncompagni, tra l'altro, fece parte del pool di medici che curò Vasco Rossi dalla depressione e che la stessa rockstar ringraziò pubblicamente nel 2011 indicandone il nome sui media. Il gip ha accolto la richiesta di incidente probatorio proposta dalla difesa, fissando l'udienza per discutere la relazione psichiatrica al prossimo 9 luglio.

Tra i quesiti indicati allo specialista bolognese - che deve presentare il suo studio entro il 30 giugno -, il gip chiede di stabilire se Pirrone fosse o meno in grado di intendere e di volere nei momenti in cui decise di sparare a Idy Diene, uccidendolo. Altri due quesiti riguardano la circostanza se Pirrone sia da considerarsi socialmente pericoloso e se sia in grado di stare in giudizio, cioè di affrontare un processo.

L'ex tipografo adesso è nel carcere di Sollicciano dove è assistito da un punto di vista medico. Il pm Giuseppe Ledda si era opposto alla richiesta dei difensori, avvocati Sibilla Fiori e Massimo Campolmi, ritenendo che Pirrone abbia sparato nel pieno delle sue facoltà mentali. Ma il giudice Moneti avrebbe optato per l'incidente probatorio anche sulla base di un parere dello psicologo del carcere. "È importante per tutti capire se Pirrone abbia avuto un momento oscuro, un black out della sua mente quella mattina. Non è un razzista e rimane incomprensibile cosa lo abbia spinto a sparare con quelle modalità e circostanze. La perizia ci può aiutare", ha commentato l'avvocato Sibilla Fiori riguardo all'affidamento dell'incarico fatto oggi dal gip.

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