
Ponte Vecchio
Firenze, 15 aprile 2022 - Documentare e catalogare i frammenti architettonici in marmo, di epoca romana, che sono stati rinvenuti sulla riva dell’Arno, all’altezza del circolo canottieri, dunque a due passi da Ponte Vecchio. Si tratta di alcune colonne e frammenti di templi della Firenze romana (tra il I e II secolo dopo Cristo), che forse vennero gettati in acqua nell’Alto Medioevo per consolidare una parte dell’argine.
Quei reperti, come annunciò lo scorso dicembre l’assessore Cecilia Del Re, faranno parte di un percorso per raccontare la storia della città. Ecco perché il Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno ha deciso di affidare l’incarico ad un professionista esterno, dato che “all’interno del consorzio non ci sono figure tecniche in grado di eseguire tali prestazioni”. Sarà dunque l’archeologa Elena Martelli a effettuare lo studio. Recentemente, si ricorda nella determina, “il consorzio ha realizzato dei lavori di movimento terra presso la banca interna del fiume Arno, in destra idraulica a monte del Ponte Vecchio. Tali lavori consistevano nella riprofilatura della banca a fiume ed erano finalizzati a ripristinare la viabilità necessaria alla manutenzione ed a ripristinare l’area golenale che negli anni era stata interessata da evidenti fenomeni di deposito di materiale terroso accumulatosi con il passare delle piene del fiume. I lavori di cui sopra sono iniziati nel mese di dicembre 2021 e sono stati ultimati nel gennaio 2022”.
Durante gli interventi, richiesti dal Genio Civile Valdarno Superiore, sono emersi alcuni reperti risalenti all’epoca romana e quindi tempestivamente è stata avvisata la Soprintendenza archeologica per comunicare i ritrovamenti. I reperti, su indicazione della Soprintendenza, “sono stati adagiati su dei bancali in legno per poterli mettere in sicurezza durante le fasi dei lavori e contestualmente, la Soprintendenza, ha imposto al consorzio la produzione di specifica documentazione fotografica e descrittiva, compresa di identificazione e catalogazione dei reperti rinvenuti, per la successiva acquisizione dei numeri di inventario al Demanio dello Stato”. E ancora: “In accordo con la Società Canottieri, la Soprintendenza ha suggerito la ricollocazione dei reperti affinché potessero essere visibili a tutti gli utenti del fiume e pertanto ha richiesto al Consorzio un rilievo fotogrammetrico e strumentale dei reperti con elaborazioni 3D”.