Poesia e impegno a Firenze. Omaggio a Giuseppe Zagarrio

Domani, 27 maggio, alle 17 in Palazzo Sacrati Strozzi, viaggio a più voci alla scoperta dello scrittore, poeta, saggista e critico letterario siciliano che ha fatto di Firenze la sua casa

Il poeta e saggista Giuseppe Zagarrio (1921-1994)

Il poeta e saggista Giuseppe Zagarrio (1921-1994)

Firenze, 26 maggio 2022 - Poesia e impegno a Firenze tornano in primo piano domani, venerdì 27 maggio, con l'omaggio a Giuseppe Zagarrio nel centenario della nascita. Scrittore, poeta, saggista e critico letterario, Zagarrio morto nel '94 era arrivato a Firenze per insegnare lettere nei licei e qui aveva continuato e resa feconda la sua passione per la poesia, accompagnata dall'impegno civile. Ecco dunque l'occasione per conoscerlo meglio nell'incontro di domani, ore 17, Sala del Pegaso di palazzo Sacrati Strozzi in piazza Duomo 10.

Dopo i saluti Istituzionali di Eugenio Giani, presidente della Regione, interverranno, fra gli altri,Vito Zagarrio, docente universitario e regista, Valdo Spini, già deputato e presidente della Fondazione Circolo Rosselli, Luca Bellingeri, direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Franco Manescalchi, saggista e poeta, Marco Marchi, docente universitario e critico, lo scrittore Giorgio Van Straten e i giornalisti Marco Hagge e Alessandro Di Maria, con Ornella Grassi, attrice e regista. 

Giuseppe Zagarrio Nasce nel 1921 a Ravanusa nell’entroterra agrigentino, matura lì le prime esperienze letterarie e subisce il fascino delle prime letture. A Ravanusa conduce i suoi primi studi ed impara ad amare la poesia alla scuola dello zio poeta Biagio Zagarrio. Il suo primo volumetto di liriche giovanili Il mito del pianto, pubblicato nel 1948, trae ispirazione dal profumo di zagara e mandorlo in fiore delle contrade agrigentine. Nel 1943 si laurea in lettere all’Università di Palermo; ritorna quindi a Ravanusa, ai suoi studi, insegnando nel locale ginnasio “Verga”, fondato da lui assieme ad altri. Vincitore di diversi concorsi a cattedra di lettere nelle scuole medie, nel 1949 si trasferisce a Firenze - città che non abbandonerà mai più — per insegnare lettere italiane e latine nei licei. Per la lunga residenza nel capoluogo toscano è stato spesso definito “fiorentino” dalla pubblicistica letteraria. A Firenze trascorre le ore libere nello studio ricavato da una vecchia soffitta di via Cairoli, da cui si scorgono le colline fiesolane, lontano dai rumori cittadini. Frequenta l’ambiente della prima generazione ermetica, promuovendo cenacoli culturali e collaborando con molte case editrici; gode dell’amicizia e della stima di letterati toscani come Mario Luzi, Alfonso Gatto, Oreste Macri, Romano Bilenchi, Piero Bigongiari, Leone Traverso, Alessandro Parronchi. Nel 1955 dirige la collana di poesie “Presenze” dell’editore Leonardi di Bologna. Vince il premio nazionale “Città di Firenze” 1955, per tre liriche pubblicate in riviste; dal 1957 al 1967 fa parte della giuria del “Premio Firenze” - prima come componente e poi come presidente - insieme a Luzi, Betocchi, Bigongiari e Sereni. Fonda insieme a Gerola, Pignotti e Salvi, la rivista “Quartiere”, quaderno trimestrale di poesia, in vita dal 1958 al 1967, luogo di incontri e confronti, di fermento linguistico-ideologico, politico e culturale. Collabora a “Officina”, “Il Verri”, “Nuova corrente”, “Tempo presente”, “Palatina”, “La situazione”, “Il contemporaneo”, “Cenobio” e ad altre riviste. Dal 1965 è redattore della rassegna di poesia per “Il ponte”, dove recensisce Sciascia, Gori, Gagliano, Buttitta, Cattafi, Crimi, Frezza, Torrisi, Addamo. Partecipa, scrivendo interventi e testi poetici, al movimento letterario, artistico e culturale “Antigruppo”, nato in Sicilia nel 1966, e pubblica numerose antologie per le scuole medie superiori. Cessate le pubblicazioni di “Quartiere”, fonda, insieme a Giuseppe Favati la rivista “Quasi” (1968-1971), pubblicando importanti analisi sull’evoluzione del linguaggio e sugli sviluppi della poesia contemporanea. Dal 1972 al 1974 è titolare di una rubrica sulla rivista trimestrale di filosofia e cultura “Aut”. Muore a Firenze il primo maggio 1994.

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