Case marce e rottami. Poderaccio choc: i bimbi giocano tra i rifiuti

Il campo in condizioni disastrose. Cellai (FI): "Pericoli per i più piccoli"

Il consigliere di Forza Italia Jacopo Cellai durante il sopralluogo al Poderaccio

Il consigliere di Forza Italia Jacopo Cellai durante il sopralluogo al Poderaccio

Firenze, 25 gennaio 2016 - Mika corre in bici tra le lamiere accartocciate delle auto, tra i pezzi di ferro, i calcinacci, i cocci di lavandino, i televisori sventrati. Pioviscola. Lui alza la mano, sorride, mostra i denti e agita tre dita. Tre. La sua età. Un’età in cui i bambini fiorentini giocano in mondi completamente diversi. Ma Mika vive al campo del Poderaccio – quattrocento persone poco più stipate tra casotti in legno coperti da tegole improvvisate, nell’ultimo scampolo di città, un pezzo di terra umida e malaticcia distante qualche centinaio di metri dall’Isolotto che per chi sta qui è pur sempre la capitale del mondo. Mika può farsi male ad ogni angolo. E come lui anche le decine di bambini che stanno al campo. Parecchie cose non vanno da queste parti. Le case, per esempio: sono vecchie e marce. Ci dormono anche in dieci. "In 60 metri quadri, eh". 

Dalla terra l’acqua risale e si divora le pareti che diventano bluastre. "Guardate come vivono i miei quattro nipotini" dice un ragazzo mentre ci apre la porta di casa, scosta un tappeto improvvisato e punta il dito su una parete disintegrata. In bagno le mattonelle galleggiano. Così non va, scuotono la testa i ‘vecchi’ del villaggio. "Eppure per stare qua paghiamo, eccome" dice il ‘vicino di casa’ della nostra guida. "Ogni due mesi ci vanno via 700 euro di luce a famiglia. Qui non abbiamo il gas e per scaldarci servono le stufette elettriche. Ogni volta che le accendiamo sono soldi". La compagna urla: "Sì, 700 euro per dormire con i topi". In molti vorrebbero andarsene dal Poderaccio, chiedono "di entrare nella lista per gli alloggi popolari". Ma per ora restano. "Anche perché parlare con il Comune è impossibile - dice un anziano - avevamo anche preparato una lista di richieste ma non riusciamo a consegnarla a nessuno". Lo scenario è surreale. Tra le baracche, che restano in piedi non si sa come, le mutande appese ad asciugare alle corde, spuntano accanto a ‘catorci’ vecchi di trent’anni anche Audi e Mercedes parcheggiate nel fango. Qualcuna ha perfino i vetri oscurati. 

Si ostenta per strada anche se in casa il lavandino non funziona. Il Poderaccio, si sa, è una contraddizione dietro l’altra ma i problemi ci sono per davvero. L’ultimo restyling al campo, con le case in legno nuove, è datato 2006. Poi solo piccoli interventi. Non basta. Lo sa bene il capogruppo di Forza Italia Jacopo Cellai, che da anni chiede chiarezza sulle politiche di accoglienza: "Non è tollerabile consentire che i minori possano crescere in un posto in cui le condizioni igienico-sanitarie sono allucinanti e i pericoli sono ovunque, con rifiuti di ogni genere ammassati a pochi passi dalle abitazioni". "Sono stati spesi male milioni di euro per la costruzione delle casette in legno e questa è la situazione attuale, - prosegue - la sinistra si approfitta di quella salita che copre il Poderaccio dagli occhi dei passanti per nascondere una situazione incresciosa". Al campo, per Cellai, "c’è un’emergenza vera e come tale deve essere trattata". "Nardella batta un colpo - dice - I bambini, prima di tutto, devono essere tutelati". 

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