Pitti Uomo a luglio e via al passaporto sanitario

Il sindaco Nardella: "Non possiamo aspettare che tutti siano vaccinati". Con i protocolli di sicurezza riaprano anche i ristoranti

Una sfilata di Pitti Uomo

Una sfilata di Pitti Uomo

Firenze, 10 aprile 2021 - Prove di ripartenza. Nel giorno in cui è costretto a incassare un’altra settimana in zona rossa il sindaco Dario Nardella alza lo sguardo e pensa a come far ripartire Firenze. A cominciare dalle fiere internazionali. "Fateci fare le fiere internazionali. Fateci fare Pitti" è l’appello che il sindaco ripete da giorni per salvare l’edizione estiva della massima manifestazione internazinale legata alla moda. Una richiesta lanciata da settimane per la quale ora si apre qualche spiraglio. L’idea è quella di far slittare l’appuntamento di giugno al mese di luglio, ma di farlo in presenza. Con tutti gli ospiti internazionali presenti in città. Potrebbe essere il battesimo della ripartenza anche per il turismo internazionale di cui la città d’arte è orfana ormai da più di un anno. "Ne ho parlato – spiega Nardella – con i ministri Speranza, Lamorgese e Garavaglia e Di Maio". Un pressing costante e articolato sull’esecutivo perché la kermesse internazionale della moda possa essere la prima fiera in Italia in presenza, ovviamente con tutti i protocolli del caso anti Covid per garantirne la sicurezza.

Ma ieri Nardella ha commentato anche le aperture che il presidente del consiglio dei ministri Mario Draghi ha fatto in vista della ripartenza. "A distanza di un anno siamo arrivati a un bivio e le mezze misure non servono più – ha detto il sindaco – l’Italia non può che prendere atto dei problemi legati ai vaccini" anche se , ammette, questo è un nodo "che riguarda tutta Europa. I vaccini non stanno arrivando, non vengono distribuiti nei tempi previsti mesi fa". Difficile quindi decidere il da farsi. Nardella – chiamato in causa ieri anche su La7 – azzarda alcune ipotesi. "Bisogna conciliare una graduale ma necessaria riapertura delle attività con l’accelerazione dei vaccini. Ma non possiamo aspettare che si vaccini tutta la popolazione – il sindaco ne è convinto – per ripartire". Certo l’ideale sarebbe avere una previsione, una data certa per poter rimettere in moto il mondo del turismo. "Draghi ha detto di non avere una data per le riaperture – incalza Nardella – però ha dimostrato di volerla dare in tempi rapidi. Allora lavoriamo su questo: certezza di date e coerenza di regole e di comportamenti". E gli esempi per ridare speranza a interi settori che giorno dopo giorno scendono in piazza a protestare per la disperazione, ci sono. "Perché – chiede Nardella – non si può entrare in un ristorante con un certificato del tampone negativo? I ristoranti si devono aprire, credo che con protocolli seri le gente possa andare a mangiare in sicurezza. Facciamo una battaglia insieme di questo tipo". Ma ci sono anche i negozi di intimo. "Perché loro possono rimanere aperti invece un ambulante, che magari vende anch’esso intimo, deve chiudere?". Ma Nardella ha in testa da tempo anche il passaporto vaccinale l’unico strumento possibile per ridare il via al turismo internazionale. Potrebbe prendere il via dal 15 giugno. "Draghi ha detto – insiste – e credo debba essere coerente, che la misura più importante che possiamo adottare per le imprese, per un vero rilancio, è la ripresa delle attività, perché i rimborsi sono necessari ma non sufficienti. Per questo servono proposte concrete e il passaporto vaccinale dal 15 giugno lo è".  

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