Pitti Uomo, l'asse Firenze-Milano fa volare la moda

Dempsey è arrivato in veste di imprenditore della moda per presentare a Pitti Uomo la collezione di mensfashion di Ka/Noa

Ilary Blasi per Gaelle (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Ilary Blasi per Gaelle (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 10 gennaio 2019 - Il Made in Italy vola. E il binario Firenze-Milano diventa l’asse della moda col miglior posizionamento nel mondo. Lo afferma una ricerca dell’agenzia Launchmetrics per Esquire Italia, che ha stimato il valore dell’impatto mediatico delle settimane dedicate alla moda maschile. E lo conferma la frenesia di questi giorni di Pitti Uomo, con migliaia di visitatori dentro la Fortezza da Basso e nelle tante location della città invase dai marchi presenti alla kermesse.

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"Ottima performance – commenta il presidente di Firenze Fiera, e presidente della Camera di Commercio, Leonardo Bassilichi – E’ un momento davvero positivo per il settore: la moda maschile inizia a Firenze e si conclude a Milano con risultati che non hanno uguali. Anche per questo è doverono attrezzare la città con infrastrutture moderne ed efficienti. Non dobbiamo dimenticare che la ricaduta di Pitti sul territorio è doppia: c’è l’indotto e ci sono le tante aziende del settore".

Non a caso il numero di imprese del sistema moda presenti nell’area fiorentina tiene, pur avendo una piccolissima flessione. Non solo, secondo i dati della Camera di Commercio aumentano gli addetti del 5,3%. Ciò significa che a fronte di qualche ditta che chiude perché non riesce ad affrontare il mercato, ci sono quelle che riescono a “sfondare”, investire e assumere. Il volume del fatturato degli ultimi trimestri parla di un incremento dell’1,9% per tessile e abbigliamento, 0,9% per pelli, cuoio e calzature. Si registra inoltre che il valore dell’export-moda raggiunge i 4,26 miliardi, in crescita rispetto all’anno precedente.

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Paris Hilton con Andrea Panconesi (New Press Photo)

Da sottolineare che il comparto moda vale quasi la metà di tutto il nostro export, e precisamente il 46,3%. I nostri principali Paesi di esportazione restano la Svizzera, dove le le merci fanno uno scalo tecnico verso altri mercati: Francia, Usa e Gran Bretagna.

 

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