"Pitti è indispensabile per la moda mondiale". L’ad Napoleone tira le somme di un trionfo

"Non è stata solo una ripartenza, ma una vera e propria accelerazione". Dall’anno scorso gli espositori sono più che raddoppiati

Pitti si è chiuso ieri in Fortezza da Basso con oltre 10.600 presenze di buyers

Pitti si è chiuso ieri in Fortezza da Basso con oltre 10.600 presenze di buyers

Firenze, 19 giugno 2022 - "Pitti Uomo 102 si è chiuso con un pieno di energia e di vitalità. E questo è un risultato confortante che ci dà fiducia", racconta Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, commentando i risultati finali del salone internazionale per la moda maschile che si è chiuso ieri in Fortezza da Basso con oltre 10.600 presenze di buyers, di cui 4.200 da una settantina di paesi esteri, il 40% del totale. Un risultato in cui tutto il mondo del fashion sperava dopo i travagli e le chiusure delle fiere per la pandemia e di recente dopo la paura per la guerra in Ucraina e il nuovo lockdown cinese. Perché la fiera fiorentina è la prima della stagione estiva, viene prima delle sfilate uomo a Milano e della fashion week maschile di Parigi che diventa a ogni edizione più autorevole. Aver rimarcato che Firenze resta la capitale mondiale della moda maschile è un fatto molto importante e prestigioso. I 15 mercati esteri più presenti a Pitti Immagine Uomo 102 sono stati: Germania, Olanda, Gran Bretagna, Spagna, Turchia, Francia, Stati Uniti, Svizzera, Belgio, Austria, Polonia, Corea del Sud, Danimarca, Giappone, Grecia.

Dottor Napoleone, siamo proprio ripartiti con questo Pitti Uomo 102?

"Io non parlerei di ripartenza ma di una vera accelerazione. Già a giugno 2021 dopo la pandemia avevamo ricominciato dal vivo con 300 espositori, poi a gennaio scorso erano 548, ora sono stati 682. Una progressione molto positiva in accelerata di una situazione favorevole che anche le esportazioni del settore confermano".

Ci può dare un po’ di dati?

"Secondo Confindustria Moda nel 2021 le nostre esportazioni sono arrivate a 7,2 miliardi contro i 7,9 miliardi del 2019. Uno scarto non troppo rilevante. I primi due mesi di questo 2022 fanno segnare la svolta in positivo: gli Stati Uniti segnano +53,3%, la Gran Bretagna +20%, la Spagna +10%, i Paesi Bassi +18%. Calano invece Giappone -18,5%, Corea del Sud -10,7% e Hong Kong -24,7%".

Sono tornati tanti buyer a Firenze…

"E tutti di prestigio e qualità. Duecento solo dall’America, a Pitti Uomo è venuta un sacco di bella gente e questo fatto non è marginale. Vuol dire che Firenze è un appuntamento indispensabile per il mercato mondiale della moda maschile".

E’ vero che in fiera in Fortezza è venuto anche un grande stilista come Paul Smith?

"Sì, l’ho ricevuto io e l’ho accompagnato in giro per gli stand perché mi ha detto: voglio vedere dove sta andando la moda uomo. Un complimento non da poco per tutti noi".

State già lavorando alla prossima edizione di Pitti Uomo di gennaio 2023?

"Il nostro è un lavoro complesso, oggi più che mai che tutto è ripartito. La squadra di Pitti Immagine ha dato anche stavolta il meglio di sé, per competenza, preparazione e passione. Di questo sono molto fiero".

Il rapporto con la città si è ancora una volta consolidato?

"Certo, è molto saldo. Ci sono sempre tante opportunità per i nostri espositori in città per organizzare eventi e presentazioni anche al di fuori della Fortezza. In fondo Firenze è una ’Wunderkammer’, una camera delle meraviglie senza uguali, che offre tanto a chi vuol venire a investire con i propri marchi durante i giorni del Pitti Uomo".

La forza di questa fiera è data anche dalla filiera?

"Questa è la forza dell’Italia, leader assoluto sulla moda uomo, dal filo al prodotto finito. E Firenze ne è un po’ la culla".

Dopo Firenze c’è ora in corso Milano Moda Uomo. Una bella staffetta?

"Quattro giorni a Firenze e quattro giorni a Milano, una staffetta ideale, tra produzione delle principali aziende del settore maschile e le proposte degli stilisti. Questo binomio serve per tenere grande il mercato e la comunicazione su di esso. E’ una strategia economica, culturale e politica senza uguali".

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