Il pirata della strada è un dirigente di Polizia

Fugge dopo lo scontro: nei guai il capo del commissariato di Sesto accusato di omessa assistenza

Vigili urbani (foto di repertorio)

PRESSPHOTO Firenze, Primo giorno per i Vigili di Quartiere. Nella foto una pattuglia in servizio in piazza Dallapiccola Giuseppe Cabras/New Pressphoto

Firenze, 23 aprile 2018 -  Guai giudiziari e grane disciplinari all’orizzonte per il funzionario di polizia «pirata» della strada: tra le ipotesi di reato che si profilano anche quella di un accesso abusivo al sistema informatico. Fatto ancora più condannabile, se si pensa che non si tratta di un semplice poliziotto, bensì del più alto in grado del commissariato di Sesto Fiorentino: il dirigente Pietro Marino, vice questore aggiunto.

Gli accertamenti condotti, anche internamente alla questura, avrebbero infatti permesso di ricostruire ciò che sarebbe accaduto dopo la «fuga» che ha fatto seguito all’incidente di venerdì mattina in via Perfetti Ricasoli.

Dopo  non essersi fermato in seguito all’incidente, infatti, con in mano il numero di targa dell’altra auto coinvolta, il dirigente avrebbe contattato un collega per farsi dare i dati del proprietario dell’altra auto. In questo modo ha appreso dell’indirizzo della proprietaria del mezzo coinvolto e a quel punto avrebbe cercato di riparare a quanto accaduto presentandosi - pare assieme ad un altro poliziotto - a casa della vittima (che in quel momento si trovava in ospedale per gli accertamenti dopo le lesioni riportate nell’incidente), proponendo la firma di un «cid», la constatazione amichevole. Così intendeva chiudere la vicenda.

Ma ha trovato una ’controparte’ determinata a non chinare la testa. G.M., 55 anni, ristoratore, compagno della cinquantenne ferita, da noi contattato sabato, ha ricostruito così il retroscena: «La mia compagna mi ha chiamato subito, era ancora dentro la macchina, la 500. Piangeva: “Corri, sono scoppiati gli airbag e non c’è nessuno”. Ero in Versilia, ho chiamato mio fratello perché andasse sull’incidente. Ho saputo le notizie da lui. Più tardi, nel pomeriggio mi ha telefonato la mia suocera Paola, 80 anni. Era in casa a Sesto da sola: “C’è qui la polizia – mi ha detto – dicono che ci sono documenti da firmare”. Io pensavo che fossero i vigili, per i rilievi, per i dati personali. Le ho detto di passarmi il poliziotto. Lui si presenta, mi dice “Mi trovo in questa spiacevole situazione, io che devo difendere le persone. Mi scuso, non mi sono accorto di niente, poi sono tornato indietro, però non c’era più nessuno...“. Io ho detto che non ero d’accordo ma lui ha insistito: “Il Cid, bisogna farlo, così la signora incassa quello che deve incassare dalle assicurazioni e tutto si sistema“. Ma la mia compagna era ancora in ospedale dove tornerà oggi per gli esami: ha due costole rotte, o incrinate. Così ho detto no: macché Cid, la questione passa ai legali».

Intanto, si stanno ultimando anche i rilievi della polizia municipale. La dinamica del sinistro è piuttosto chiara: la Clio del dirigente di polizia ha attraversato l’incrocio con il rosso. Nell’urto, ha perso anche la sua targa.

Per il reato di omissione di assistenza si procede d’ufficio. Sulle lesioni, è necessaria una querela, a patto che non superino i quaranta giorni. Ma la denuncia pare anch’essa quasi pronta.

stefano brogioni

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