L'alba del giorno dopo: milioni di danni, zona sud devastata. Ripresa la circolazione dei treni / VIDEO

Firenze incredula dopo la tromba d'aria. All'alba riparati i danni sui binari. Venti i feriti, uno è grave. Chiuso il giardino di Boboli. Tre palazzi evacuati

I danni del maltempo nella zona di Firenze Sud (foto Giuseppe Cabras / New Pressphoto)

I danni del maltempo nella zona di Firenze Sud (foto Giuseppe Cabras / New Pressphoto)

Firenze, 2 agosto 2015 - Il giorno dopo la sensazione è una e una sola: è un miracolo che non ci sia scappato il morto. La devastazione a Firenze, soprattutto nella zona sud, è impressionante e ricorda quella della bufera di vento del 5 marzo: decine di pini crollati, molti sulle facciate dei palazzi, auto distrutte, sottopassi allagati, treni fermi e blackout dell'erogazione di acqua potabile e energia elettrica, milioni di euro di danni. I feriti sono una ventina, uno quello grave: si tratta del 19enne che è stato colpito alla testa da un ramo. Nella notte è stato operato alla Neurochirurgia di Careggi ed attualmente è ricoverato in prognosi riservata. Pare che il ragazzo fosse a pescare in Arno con degli amici al momento dell'incidente.

 

Salgono a tre intanto i palazzi evacuati. un tetto è crollato in via Cardinal Latino a Gavinana. Lo stabile non è più agibile e quindi gli inquilini sono stati sgombrati. Si tratta appunto della terza evacuazione, dopo viale Giannotti e via del Gignoro. In totale i pompieri sono finora intervenuti in 26 stabili dove il vento fortissimo ha scoperchiato, o causato cedimenti totali o parziali, ai tetti. Per fronteggiare la richiesta di interventi - 350 quelli chiesti e messi in attesa - i vigili del fuoco hanno raddoppiato i turni di servizio. Rinforzi sono arrivati da Bologna e Modena, in particolare con autoscale e piattaforme mobili per accelerare le verifiche ai tetti e mettere in sicurezza le alberature danneggiate. Tra i 350 interventi chiesti, 200 sono per rami e tegole pericolanti, 100 per verifiche di stabilità, 15 per pompaggi d'acqua da scantinati. Al lavoro 100 vigili del fuoco con 30 mezzi.

L'alba del giorno dopo è baciata da un bel sole che però illumina danni gravissimi. Il cuore dell'uragano (perché tra grandine e pioggia orizzontale sembrava proprio una tempesta tropicale) che per 45 minuti ha spazzato Firenze nel pomeriggio di sabato è la zona di lungarno Colombo-lungarno Moro. Tre quarti d'ora durante i quali sono caduti 3mila fulmini sulla città (28mila sulla Toscana) e 35 millimetri di pioggia, il che significa 35 litri d'acqua per ogni metro quadrato di terreno: è oltre la media dell'intera pioggia che di solito cade in tutto il mese di luglio nella Piana fiorentina.

Il sindaco Dario Nardella, che si trova a Londra, ha fatto sapere che rientrerà a Firenze con il primo volo disponibile, presumibilmente nel primo pomeriggio. Intanto però sta seguendo via Twitter e via telefono l'evoluzione della situazione, partecipando così all'Unità di crisi che si è riunita dalle 8 di stamani.

C'è anche preoccupazione per la partita di questa sera allo stadio Franchi: alle 21 la Fiorentina ospita il Barcellona e, anche se si tratta di un'amichevole estiva e per di più senza le grandi stelle blaugrana in campo, l'afflusso di pubblico atteso è importante e si teme che la viabilità di Campo di Marte possa andare in crisi.

Tutta la notte al lavoro: così vigili del fuoco (di Firenze, ma con l'aiuto dei colleghi di Prato, Pistoia, Lucca, Siena Arezzo e Pisa), protezione civile e tutti gli enti preposti al soccorso hanno cercato di porre rimedio alle situazioni più gravi. Rimangono dei sottopassi allagati nella zona sud e lungarno Colombo e lungarno Moro sono chiusi al traffico. Lo resteranno per un po' di tempo: sono irriconoscibili e completamente invasi dai pini crollati. Nella notte 235 interventi effettuati, ma alle 10 di stamani circa 300 erano ancora in lista d'attesa. Stamani una squadra presterà assistenza agli occupanti di uno dei due stabili evacuati, quello in viale Giannotti, per permettere loro il recupero dei propri beni e in particolare di capi di abbigliamento per affrontare la giornata che comunque si preannuncia con il sole e il caldo tipici del mese di agosto.

Una buona notizia riguarda la circolazione ferroviaria: sabato sera era stata completamente interrotta la linea per e da Roma, con tremila passeggeri bloccati a bordo dei convogli. Questa mattina all'alba i tecnici di Rfi hanno completato i lavori di ripristino dell'infrastruttura ferroviaria tra Firenze Campo Marte e Rovezzano, dove un tetto scoperchiato aveva travolto il traliccio che sostiene l'energia elettrica, paralizzando il traffico. I treni diretti a sud erano stati deviati sulla linea Tirrenica, via Grosseto, mentre quelli diretti a nord erano stati riportati a Roma nel corso della notte. L'ultimo dei quattro binari interrotti è stato riattivato stamani poco prima delle 7. 

Nel bollettino dei danni da segnalare anche la chiusura del Giardino di Boboli. Lo comunica la Soprintendenza specificando che la riapertura (lunedì è chiuso per turno) è prevista per la giornata di martedì dopo le verifiche dei tecnici e dei giardinieri. Sempre la Soprintendenza conferma che pioggia e vento non hanno creato gravi problemi ai musei e al patrimonio artistico della città. Chiusa oggi la sala del Podestà, del museo del Bargello, dove c'erano state delle infiltrazioni d'acqua, mentre sono regolarmente aperti gli Uffizi (già sistemati i lievi danni registrati a un locale tecnico) e tutti gli altri musei. Intanto al termine dell'Unità di crisi, riunitasi stamani, il Comune rende noto che per ragioni di sicurezza sono stati chiusi i parchi dell'Anconella e dell'Albereta e il cimitero del Pino.

Per quanto riguarda la viabilità ci sono ancora criticità al sottopasso del Gignoro, su lungarno Colombo, nel tratto tra via di Bellariva e via Minghetti, e in piazza Elia dalla Costa (all'interno del giardino). Sono in corso le ispezioni sugli immobili comunali: danni vengono segnalati alla piscina di Bellariva e alla Costoli. Inoltre, sono in corso verifiche sulla stabilità delle alberature e sulla situazione dei pali dell'illuminazione pubblica. Il vicesindaco Cristina Giachi ha convocato una nuova riunione dell'unità di crisi alle 15.30.

Nel pomeriggio di sabato c'era stato anche l'allarme per un ragazzino che era stato per disperso in Arno: per fortuna era stato ritrovato poco dopo a casa sua sano e salvo.

Il maltempo aveva coinvolto anche l'impianto idrico dell'Anconella, che rifornisce d'acqua Firenze, la Piana e anche Prato. Tra allagamenti interni e alberi che impedivano ai tecnici di entrare nella struttura, è stato piuttosto laborioso intervenire. Alla fine l'impianto è stato riattivato velocemente ma a regime di emergenza e non a pieno ritmo,  per cui anche ggi potrebbero esserci disagi nell'erogazione idricasoprattutto nelle zone più distanti fra quelle servite dall'Anconella, come Prato e il Chianti.

Tra le altre zone della città coinvolte, impressionante il tappeto di grandine al Gignoro, mentre in viale Belfiore la strada è diventata un fiume in piena. A Calenzano alcune auto erano rimaste bloccate in un sottopasso: i vigili del fuoco hanno salvato gli automobilisti.

 

E questa mattina è tornata anche a riunirsi poco l'unità di crisi del Comune di Firenze per valutare i problemi ancora sul tappeto.

Il vicesindaco Cristina Giachi conferma che nella notte "è stata riattivata la viabilità nelle strade principali dei quartieri due e tre, mentre molto resta ancora da fare in quelle secondarie". Alla stazione di Firenze c'è ancora un centinaio di persone che ha passato la notte in attesa di poter riprendere il viaggio. Il bilancio dei feriti è confermato complessivamente in una ventina, di cui uno grave (un diciannovenne sorpreso dal nubifragio nei pressi dell'Arno e colpito alla testa da un ramo).

Tra i problemi della Protezione civile anche quello di trovare un luogo dove distribuire i pasti ad oltre un centinaio di profughi ospitati nella Casa Pertini: un grosso albero si è abbattuto sul tetto della mensa. Non ci sono feriti e gli ospiti hanno potuto dormire nelle loro stanze perché l'unico danno registrato era proprio nella sala della mensa. Da ieri sera i Vigili del Fuoco hanno portato a termine 235 interventi con l'aiuto di squadre arrivate da varie parti della Toscana. I danni saranno valutati nei prossimi giorni e "anche se la zona dove si è abbattuta la violenza del nubifragio è molto limitata, sono ingenti", aggiunge il vicesindaco Giachi.

"Treni di nuovo regolari. Grazie ai tecnici, responsabili Ferrovie e Protezione Civile per il grande lavoro notturno sulla linea Av". Così il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ringrazia in un tweet tutti coloro che hanno contribuito al ripristino della linea ferroviaria tra Roma e Firenze.

Angelo Bassi, consigliere delegato della Protezione civile della Città metropolitana, ha un pensiero per la sala operativa di Protezione civile della Metrocittà, le squadre di operatori e tutti i volontari "per il grande lavoro portato avanti in queste ore ininterrottamente. Dobbiamo tutti gratitudine agli operatori di Sas, Publiacqua e Silfi che da ieri sera lavorano con doppi turni per mettere in sicurezza gli impianti e le strade della città investiti dal maltempo". I vigili del fuoco hanno raddoppiato i turni di lavoro, portandoli da 12 a 24 ore.

Il sindaco Nardella, in un tweet, ha annunciato che chiederà lo stato di emergenza:

Ma è anche il momento delle polemiche. Tra le voci arrabbiate, quella di Confagricoltura: "Le cadute degli alberi potevano essere prevenute se l’amministrazione comunale avesse fatto in questi anni una seria programmazione di riqualificazione del patrimonio verde pubblico dei viali e delle strade”. Lo ha detto Francesco Mati, presidente Federazione florovivaistica nazionale di Confagricoltura e presidente del distretto pistoiese. “Confagricoltura, insieme all’Università – ha aggiunto Mati - chiede da anni questa programmazione, che avviene in quasi tutti i Paesi europei. Gli alberi urbani andrebbero sostituiti ogni 50 anni altrimenti diventano pericolosi. Di fronte all’evidenza di eventi rischiosi che si ripeteranno, il Comune deve avere il coraggio di abbattere questi alberi (piantandone altri nuovi) e chi tenta di ostacolarne l’abbattimento per questioni nostalgiche dovrebbe assumersi la propria responsabilità civile e penale. Il Comune deve intervenire pianificando seriamente una riqualificazione del patrimonio arboreo urbano della città, il rischio è quello di una tragedia annunciata”.

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