Piero Bernardini Un artista dimenticato

Francesco

Gurrieri

A chi gli chiedeva dove avesse fatto la guerra, Piero Bernardini, piegando le labbra al suo immancabile sorriso e socchiudendo gli occhi dietro le spesse lenti, rispondeva provocatoriamente: ‘Sul fronte di Bellariva, in avanzata verso Rovezzano!’. Così Piero Bargellini presentando il volume ‘ZG, Zona di Guerra’, uscito per Nardini nel 1976. Quel libro faceva giustizia di un artista e sagace illustratore che d’ogni cosa, anche la più drammatica come la guerra di trincea del 1915-18, riusciva a prendere il lato più sopportabile. Passato dalle aule dell’Accademia con Galileo Chini e Domenico Trentacoste, dovette portarsi al fronte, in Carnia e in Friuli; da lì scrisse cartoline da lui illustrate alla madre che costituiscono uno dei più singolari ’diari di guerra’ che si conoscano. Non scriveva ma disegnava parole. Di queste opere Bargellini ebbe a dire che vi si potevano riconoscere le condizioni sorgive del suo essere illustratore. "Non alzava mai il tono sopra le righe , non per polemica o per disprezzo, ma perché intendeva conservare la sua misura d’artista, nato, cresciuto e – com’egli diceva – maleducato a Firenze". Ugo Ojetti, a quel tempo vero boss della critica d’arte, del ‘principato di via del Salviatino’ lo ebbe in stima e si fece illustrare alcuni suoi libri. I temi a lui cari erano i più umili: periferie, vecchie case, antichi tabernacoli, ma anche la nuova stereometria dell’architettura moderna che si affacciava. Da illustratore firmò tantissime opere, come l’Odissea, l’Orlando furioso, Gargantua, ma moltissimo lasciava su riviste e giornali, Giornalini della Domenica fino al Corriere dei Piccoli. Del Bernardini, Mario Luzi scrisse una efficace spigolatura, sottolineandone il dono di saper fraseggiare, il gusto di provare la lingua in tutte le sue risorse toscane di ironia, ma anche del suo "disincantato e irrisorio anti personaggio come in una piccola Odissea volutamente diminutiva e protestataria". A me pare di ricordare anche un Pinocchio da lui illustrato, che mi fu regalato nell’agosto del ’45: ma non lo trovo più in casa e potrebbe essere solo un sogno.

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