Peritonite killer, bambina morta a 11 anni. Condannati due pediatri

Bambina morì di shock settico 'multiorgano' dopo quaranta giorni di ricovero. I due medici stangati anche per il danno erariale

Una foto generica di operazione chirurgica (Newpress)

Una foto generica di operazione chirurgica (Newpress)

Firenze, 24 marzo 2018 - Colpita da appendicite acuta sfociata in peritonite diffusa, non diagnosticata da un pediatra e da un altro medico – e accertata al Meyer quand’era ormai tardi – Maria (nome di fantasia), 11 anni, morì di shock settico «multiorgano» dopo quaranta giorni di ricovero. Era il marzo 2008. A dieci anni esatti dalla tragedia è giunta anche la condanna della Corte dei Conti – danno erariale per colpa grave – a carico dei due pediatri. Il risarcimento corrisposto dall’assicurazione dell’Azienda Usl Toscana Centro e liquidata a favore degli eredi della piccola paziente deceduta è stato di 773.678,60 euro; per quanto riguarda il danno erariale, calcolato in 535.000 euro l’amministrazione sanitaria ha provveduto a liquidare la cifra il 27 maggio 2013 a titolo di rimborso per la parte in franchigia. Quanto alla ripartizione del danno i giudici hanno stabilito a carico della dottoressa L. K. M. l’addebito del 60% (321mila euro), il rimanente 40% (214mila) al dottor V. M. M.. Il primo era medico sostituto del pediatra di base; il secondo medico presso il servizio di continuità assistenziale di Pontassieve.

Il medico, informato telefonicamente il 20 marzo 2008 dei disturbi accusati dalla minore durante la notte (dolori addominali e ripetuti attacchi di vomito) aveva fatto una diagnosi di sindrome influenzale virale. Senza visitarla. Nuovamente contattato ed informato della persistenza dei sintomi e della difficoltà a deambulare della paziente, nonché invitato a effettuare visita a domicilio, aveva confermato la precedente diagnosi con prescrizione di farmaci antiinfluenzali. Stessa diagnosi anche il giorno successivo nonostante un aggravamento, escludendo che i sintomi fossero ascrivibili ad appendicite. Unica prescrizione, un clistere, sconsigliando il ricovero chiesto dalla madre, non opportuno ed eccessivo.

Il dottor M. dopo essere stato contattato telefonicamente alle ore 20 del 21 marzo 2008 e essersi recato a casa dei genitori della piccola, essere stato informato dei sintomi e del peggioramento, aveva omesso una diagnosi precisa, senza disporre il ricovero. La condotta dei convenuti, osservava la Procura contabile, oltre ad integrare gli estremi del reato di omicidio colposo, costituiva anche una ipotesi di responsabilità erariale, vista la gravissima colpevolezza nell’effettuazione della prestazione sanitaria, tenuto conto della sequenza degli eventi, di numerose testimonianze e considerate le varie perizie medico legali di parte e d’ufficio. Con censura dei comportamenti dei due dottori giudicati professionalmente scorretti, con gravissima condotta professionale.

giovanni spano

 

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