Perché la regina è diventata un’icona

Alessandro

Sorani *

I media e i social sono stati letteralmente occupati dalla notizia della morte della regina Elisabetta. Pochi giorni prima è scomparso un grande del XX secolo, eppure Gorbaciov non ha ricevuto lo stesso tributo. Le ragioni sono tante. Gorbaciov è stato un grande, la regina Elisabetta è stata un’icona. Non era una semplice monarca, una regina, era LA regina. Viviamo in un’epoca in cui è facile diventare famosi, ma diventare un’icona è complicato. Certo la regina Elisabetta è stata agevolata dalla longevità e durata del suo regno. A mio avviso il suo diventare icona è basato su tre grandi caratteristiche della comunicazione che l’hanno resa diversa dagli altri. La prima è la riconoscibilità. Renditi riconoscibile e nessuno si dimenticherà di te. La regina ha compreso questo passaggio nel momento in cui ha iniziato a indossare abiti color pastello, cappelli sgargianti e a salutare agitando la mano inconfondibilmente. La regina era poi empatica: è stata abilissima nel far trapelare momenti di intimità che la rendevano simpatica; non era raro che gli inglesi, anche delle classi più basse, potessero scorgere in alcuni suoi comportamenti i loro modi di fare, di dire. La famiglia reale più importante del mondo ha sempre gestito la sua immagine comunicando la sua "umanità" del quotidiano. Curiosamente, giovano anche gli scandali, perché vuol dire che certe cose non succedono solo alle persone comuni, ma anche ai reali. Infine c’è stata un’abilità comunicativa della regina Elisabetta che ha contribuito a trasformarla in icona: parlava poco. Nell’era del mostrarsi lei si concedeva coil contagocce. Anche in Italia abbiamo avuto un premier che si può amare o meno, ma che indubbiamente è riconosciuto come autorevole. Anche nel suo caso il parlare poco ha contribuito. La regina parlava spesso di comunicazione e amava la sintesi. Trovava i discorsi ufficiali "noiosi, noiosi, noiosi" e sosteneva che la sintesi era una forma di rispetto per gli ascoltatori. Il potere è di chi parla poco e le icone si fanno attendere.

*Esperto di psicologia socialee comunicazione

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