Per l’Artigianato un ritorno al futuro Rilancio della mostra col fuori salone

Nella prossima edizione cominceranno gli eventi extra Fortezza: il primo al Parterre, la sede storica

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di Ilaria Ulivelli

Ci siamo. La prossima edizione, la numero 87, della Mostra dell’Artigianato sarà quella del vero rilancio. A dire il vero già cominciato, restringendo il numero degli ospiti per lasciare spazio alla vera eccellenza, anche a discapito del fatturato.

L’idea nuova che arriva da Firenze Fiera e dal suo presidente Lorenzo Becattini è aprire la Mostra ancora di più alla città, con eventi diffusi e con un ‘fuori salone’ (come accade per la Mostra del mobile di Milano): una calamita di pubblico.

L’idea per cominciare il nuovo corso della mostra – che sarà inaugurata il 25 aprile e si concluderà il primo maggio 2023 – è un ritorno al passato che è anche un passaggio verso il futuro: un gruppo di espositori allestirà al Parterre, la storica casa della mostra, che l’ha ospitata dalla sua prima edizione del 1931 fino al 1977, quando gli spazi divennero insufficienti.

Dall’anno successivo si trasferì nel nuovo padiglione espositivo innalzato dall’architetto Pierluigi Spadolini, alla Fortezza da Basso, passando sotto la tutela della Regione Toscana, dopo che si era sciolto l’Ente autonomo della mostra.

"Attribuiamo grande importanza alla prossima edizione della Mostra dell’Artigianato, che ci auguriamo rappresenti quella della ripartenza in grande stile della fiera – dice Becattini – Un evento importante per Firenze e per la Toscana che organizzeremo all’interno degli spazi della Fortezza da Basso ma arricchendola con alcune iniziative che verranno realizzate per la prima volta anche fuori le mura, nei locali del Parterre, dove tutto magicamente ha avuto inizio, il 22 di marzo del 1931, quando fu tenuta a battesimo la prima Fiera ‘artigiana’ d’Italia".

Dunque un cambio di passo, molto atteso. Del ritorno al Parterre e del fuori salone è entusiasta il governatore toscano Eugenio Giani, che ricorda i tempi in cui la mostra era un evento nazionale al quale prendevano parte i big della politica: alle inaugurazioni presidenti della Repubblica (Giovanni Gronchi in primis), ministri e parlamentari. "E’ bella l’idea di aprirsi alla città e di tornare al Parterre, un luogo che sta rinascendo grazie a tante iniziative che lo strappano al degrado", dice Giani.

D’altronde lo spirito con il quale è nata la mostra è l’essenza stessa della fiorentinità e dell’eccellenza artigiana.

Era il 1931: il battesimo della Mostra dell’Artigianato è datato 22 marzo, festa di primavera. Nasce la fiera per eccellenza della creatività, dell’inventiva e dell’estro dei maestri artigiani, la mostra che – come scrisse Simone Bargellini nel 1986 nella rivista Artigianato in occasione del cinquantenario – ogni anno a Firenze "fa primavera, un evento così connaturato alla città, alle sue tradizioni e alla sua quotidiana realtà, da sembrar quasi esistito da sempre".

Si trattò inizialmente di una prima mostra degli orafi del Ponte Vecchio con il duplice scopo di valorizzare la produzione artistica delle botteghe fiorentine e offrir loro un mercato e uno sbocco commerciale più allargato, su scala nazionale.

Prima dell’avvio ufficiale la mostra aveva già avuto due anteprime, promosse dagli artigiani fiorentini (nel 1923 e nel ’26). Denominata Fiera di Firenze e poi Fiera Nazionale dell’Artigianato (dal 1936 con l’aggiunta di Mercato) venne ospitata nel Palazzo delle esposizioni al Parterre. Dove è cresciuta, anno dopo anno.

Alla prima edizione (22 marzo – 5 aprile 1931) parteciparono 438 espositori su una superficie di duemila metri quadrati. I visitatori furono 30mila e il giro di affari ammontò a 300mila lire. Da lì, la mostra si è interrotta solo negli anni della seconda Guerra mondiale. Con un successo sempre più grande.

Tornare agli antichi fasti è la nuova missione.

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