Pd caos, salta il consiglio Mancano i numeri e la maggioranza rinvia il taglio alle multe

Il centrodestra: "Milani sceso in campo per salvaguardare Nardella". La sinistra: "Non si può pensare di governare adattando le regole". Problema creato dall’assenza di 4 consiglieri e dall’astensione di Iv

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di Paola Fichera

Guazzabuglio Pd e la maggioranza in consiglio comunale rotolata in un imbarazzante cul de sac. La decisione di annullare un consiglio comunale è talmente inusuale che non si vedeva dagli anni ’90. Al centro della polemica la delibera per non applicare la rottamazione delle cartelle esattoriali fino a mille euro decisa dal governo Meloni a fine dicembre. Cioè per far pagare anche le vecchie multe, quelle fra il 2000 e il 2015.

I tempi però sono risicati: entro il 31 gennaio la delibera deve essere esecutiva così la giunta Nardella ha avviato la procedura d’urgenza e il consiglio è stato convocato per giovedì 26 gennaio. Cioè domani. Ieri però, fulmine a ciel sereno, il presidente del consiglio Luca Milani (Pd) ha deciso di rinviare tutto: "Mancano le condizioni convocare un consiglio con il rischio di non discutere l’atto all’ordine dei lavori, sarebbe stato semplicemente irresponsabile".

Apriti cielo! I consiglieri di opposizione, sia di destra che di sinistra sono saltati sulle sedie, perché il problema non sarebbe la mancata discussione quanto piuttosto la mancata approvazione con l’immediata esecutività necessaria per rispettare la scadenza del 31 gennaio. Per l’immediata esecutività infatti servono i voti della maggioranza più uno, cioè 19, e domani in aula era già annunciata l’assenza di quattro consiglieri di Pd e Lista Nardella e l’astensione di Italia Viva (che sulle multe ha una sensibilità diversa e in ogni caso è sempre lieta di essere l’ago della bilancia). Con la quasi certezza per la maggioranza o di boccheggiare sotto i 19 voti e, di conseguenza, rendere inefficace la delibera. Palazzo Vecchio, ob torto collo, avrebbe finito con l’applicare la rottamazione decisa da Meloni.

Una debacle che Milani ha scongiurato rinviando il consiglio e la delibera alla seduta di lunedì 30 gennaio.

Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Gruppo Centro, Ital-Exit (pronti a tutto per far bocciare quella delibera) hanno subito alzato gli scudi: "un atto arbitrario che lede i diritti fondamentali degli eletti nell’assemblea democratica della città". E ancora: "Ci viene da pensare che non ci sia la maggioranza per approvare la delibera e che il presidente sia stato costretto a scendere in campo a salvaguardia del sindaco Nardella. Una decisione che non accettiamo". Spingendo Milani sulla graticola: "Valuteremo se è ancora adeguato a svolgere correttamente il suo ruolo".

Sinistra Progetto Comune non fa sconti: va bene l’attesa per la decisione del Pd regionale che ha fatto slittare i tempi "ma ai Dem di Firenze diciamo che non si può pensare di governare così". Intanto il capogruppo Dem, Nicola Armentano fa spallucce: "Sono le opposizioni che avevano chiesto più tempo".

Milani si difende in extremis: "La verità è che non ho voluto accettare la convocazione mista, anche on line, del consiglio. Ecco perché ho rinviato".

E per il Pd la figuraccia resta.

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