Il caso payback. La battaglia al Tar: "Calcoli da rivedere"

I fornitori della sanità al contrattacco. Tra le mosse, anche un ricorso straordinario a Mattarella

Sanità

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Firenze, 27 dicembre 2022 -  Payback, le aziende fornitrici della sanità passano al contrattacco. Le somme che in questi giorni vengono richieste indietro, secondo la legge dello Stato, e che stanno mettendo in difficoltà alcune imprese - come raccontato nei giorni scorsi su queste pagine -, saranno contestate. In massa, o quasi.

Si stanno perfezionando i ricorsi al Tar o addirittura al presidente della Repubblica, contro il decreto che ha dato il via libera alle richieste di somme che serviranno anche a ripianare il buco della sanità toscana.

In questi giorni, molti studi legali cittadini sono affaccendati a spiegare i margini delle possibili impugnazioni ai loro clienti. Gli interessati sono figure professionali che, a vario titolo, hanno avuto rapporti con la sanità regionale.

Gli anni interessati vanno dal 2015 al 2018, periodo in cui il Ministero dell’Economia e delle Finanza ha ravvisato uno scostamento per il quale è necessario rientrare. La manovrà permetterà il reintegro di 2,1 miliardi di euro complessivi.

Al Tar, gli interessati dal payback contesteranno le somme richieste - che variano da fornitore a fornitore, e molti di questi lavorano con più di una Regione - o anche le tempistiche del pagamento. E’ in corso un conto alla rovescia: entrò la metà di gennaio, infatti, i pagamenti del payback dovrebbero arrivare nelle casse delle Regioni. Dovrebbero, appunto, perché è in corso una battaglia a colpi di marche da bollo che, altrove, ha già dato alcuni frutti. La Regione Sardegna, ad esempio, per la grande richiesta di accesso agli atti ha differito di trenta giorni i termini di pagamento.

Oltre al tribunale amministrativo - i cui tempi, però, rischiano di superare le scadenze imposte dalla Toscana - potrebbero arrivare ricorsi straordinari anche al Presidente della Repubblica contro i decreti ministeriali che hanno dato il via alla richieste di pagamento che oggi tengono in apprensione tante aziende. Decreti ministeriali che, secondo pareri di legali, sarebbero “attaccabili“ per l’inerzia con cui la pubblica amministrazione ha deciso di rimettersi in pari.

Se certe somme fanno spavento, è anche perché le richieste recapitate nelle ultime settimane riguardano quattro/cinque anni di prestazioni. La questione payback è stata oggetto di un question time anche alla Camera: il deputato Fabrizio Sala (Forza Italia) ha interrogato il ministro dell’Economia Giorgetti, il quale si è riservato, per il futuro, "una manutenzione della normativa in essere".

Ma la preoccupazione è per quelle aziende che oggi, per i soldi richiesti, traballano.

"Perdere questo patrimonio di piccole e medie imprese sarebbe veramente gravoso", ha detto Sala, il quale ha sottolineato che "Toscana e Puglia sono le due regioni che più sforano e che devono continuare a ripianare i debiti".

 

 

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