Paura dei bus, gli studenti cinesi restano a casa

Lo racconta il dirigente del Sassetti-Peruzzi, Di Cuffa: "Le famiglie temono il contagio". Ma la riorganizzazione del trasporto funziona

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di Elettra Gullé

Restano per ora a casa gli studenti cinesi dell’istituto Sassetti-Peruzzi. "Sono in particolare i ragazzi che stanno fuori Firenze, le cui famiglie nutrono parecchi timori per quanto riguarda i mezzi pubblici – riferisce il dirigente scolastico, Osvaldo Di Cuffa –. Per scongiurare il rischio dispersione scolastica, abbiamo deciso di trasmettere tutte le lezioni in streaming. Chi vuole, può seguire tutto da casa". E il maggior numero di studenti con gli occhi a mandorla ha (per ora) preferito rimanere in didattica a distanza. Su 240 alunni orientali dell’istituto, un centinaio si erano letteralmente persi dalla scorsa primavera, tra ragazzi non rientrati dalla Cina o comunque non presenti alle videolezioni. A settembre la maggior parte degli alunni non si era vista. Anche lì, aveva prevalso il timore del contagio.

Poi, la sorpresa. "Quando siamo andati in Dad, abbiamo recuperato tantissimi allievi che non vedevamo da mesi e mesi", racconta Di Cuffa. Adesso che i compagni sono rientrati al 50%, molti di loro rimangono tra le mura domestiche. Ma ci sono anche una ventina di alunni italiani, tra gli 800 in tutto che studiano tra la sede di Novoli e quella di Scandicci, che preferiscono al momento proseguire in Dad. "I dubbi riguardano sempre e soltanto i mezzi pubblici. Le famiglie sanno che a scuola le regole sono super-rispettate", ribadisce Di Cuffa. Per fortuna la scuola è interamente cablata e la connessione regge, senza problemi.

In realtà, con la riorganizzazione del trasporto pubblico – tra l’aggiunta di 47 mezzi nella Città metropolitana e la presenza degli steward alle fermate più ‘calde’ – la situazione è decisamente migliorata. "Nel complesso sta andando bene – conferma Gianluca Mannucci di Fit Cisl Ataf –. C’è giusto qualche caso sporadico di bus un po’ più pieni. Le maggiori criticità? Sul 30 e sul 35, la mattina. Molti ragazzi scendono alla prima fermata di via Ponte alle Mosse, dove ci sono stati un po’ di problemi. Sarebbe bene che i tutor la mattina presto si trovassero lì e non alla fermata al centro della piazza, dove invece ci può esser confusione al rientro a casa dei ragazzi. Qualche criticità anche sulla linea 1 e sul 17. Ma nel complesso possiamo essere più che soddisfatti. Gli autisti mi dicono che i ragazzi sono disciplinati". E se davvero a giorni la percentuale in presenza salisse al 75%? "Quello sarebbe il vero banco di prova", dice Mannucci.

"Sta filando tutto piuttosto bene – conferma Massimo Milli di Faisa Cisal Ataf –. Se proprio vogliamo essere pignoli, restano giusto dei piccoli accorgimenti da fare. Qualche difficoltà la riscontriamo nelle fermate vicino alle scuole Gramsci, Peano e Buontalenti. Il 6 e l’84 capita che siano un po’ più pieni del dovuto". Il lavoro di riorganizzazione del sistema di trasporto è stato coordinato dall’assessore regionale Stefano Baccelli: "Abbiamo voluto garantire sicurezza sia dentro i mezzi di trasporto che fuori, alle fermate o nelle aree vicine, dove non sarebbe stato compito della Regione".

Infine i segretari toscani di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti (rispettivamente Monica Santucci, Stefano Boni e Michele Panzieri) in una lettera inviata al presidente della Regione, Eugenio Giani, e all’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini chiedono di inserire anche i lavoratori dei trasporti nel piano vaccinale anti Covid.

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