di Ludovica Criscitiello  Vent’anni, dal 1426 al 1446. Un affresco storico che riunisce in sé i vari tasselli delle dominazioni sulla nostra penisola e che fa da sfondo a una saga quattrocentesca con il pittore Jan van Eyck protagonista della storia. È lui a nascondersi forse, dietro lo sguardo misterioso del ’Ritratto di uomo con turbante rosso’ sulla copertina dell’ultimo libro della scrittrice e critica letteraria fiorentina Patrizia Debicke Van der Noot, ’Il segreto del calice fiammingo’. Storia e pittura insieme un po’ sullo stile di uno dei suoi romanzi ’L’uomo dagli occhi glauchi’ ispirato al celebre pittore Tiziano.  Due passioni della Signora del ‘500, come l’hanno soprannominata in tanti, vista la sua recente trilogia incentrata sulla storia della dinastia dei Medici: ’L’eredità medicea’, ’La gemma del cardinale De’ Medici’ e ’L’oro dei Medici’. "Non il ramo di Lorenzo Il Magnifico – dice la Debicke ma l’altro, quello di Cosimo I e di Anna Maria Luisa che ha fatto la fortuna della Firenze di oggi salvando, con il patto di famiglia, i tesori che l’hanno resa unica agli occhi del mondo". Questa volta però la scrittrice fa un passo indietro di cent’anni per arrivare al ‘400. Secolo di grandi rivolgimenti con Francia e Borgona in balia della Guerra dei Cent’anni, Italia contesa tra ducati, repubbliche e signorie, l’insanabile conflitto tra impero e papato e il Regno di Napoli sotto la regina Giovanna insieme a Castiglia e Aragona. Al centro della trama c’è il Sacro Calice di Valencia, in pericolo a Gaeta, e difeso proprio dal pittore fiammingo che fu per davvero anche spia di Philippe le Bon, Duca di Borgogna. Van Eyck in seguito designerà suo nipote – forse un figlio mai riconosciuto – Barthèlemy a continuare la sua missione. Un’avventura che condurrà i protagonisti dalle Fiandre alla Milano di Filippo Maria Visconti, poi a Bruges e dalla Borgogna alla Napoli conquistata da Alfonso V d’Aragona. "Non ho fatto altro che romanzare la storia prendendo tanti personaggi in contatto tra loro – continua – che sono legati da interessi comuni. Mi sono servita di questi legami per costruire una saga con qualche tocco fiabesco come quello della profezia che unirà Alfonso V D’Aragona e Filippo Le Bon di Borgogna ai due Van Eyck". Un romanzo storico che svela un interessante retroscena. "Mi ha divertito il modo in cui il segreto della pittura a olio è arrivata fino ad Antonello da Messina. Si sente dire spesso che fu Jan Van Eyck a portarlo a Napoli. In realtà non fu così, lui morì a 40 anni. Fu un altro Van Eick, quel Barthèlemy di cui parlo che ha insegnato l’arte della pittura a olio a Colantonio, maestro di Antonello da Messina".  E le donne? "Ci sono ma le principali in realtà sono crudeli. Oltre a Iolanda d’Aragona suocera del re di Francia, c’è Beatriz una nobile portoghese che seminerà panico e zizzania e che mi fa pensare a un artiglio in un guanto di velluto". Tra intrighi, lotte intestine, spionaggio, vendette e un tocco di romanticismo ecco un altro viaggio dunque che ci porta a toccare con mano il senso profondo della storia.

Cronaca

di Ludovica Criscitiello

Vent’anni, dal 1426 al 1446. Un affresco storico che riunisce in sé i vari tasselli delle dominazioni sulla nostra penisola e che fa da sfondo a una saga quattrocentesca con il pittore Jan van Eyck protagonista della storia. È lui a nascondersi forse, dietro lo sguardo misterioso del ’Ritratto di uomo con turbante rosso’ sulla copertina dell’ultimo libro della scrittrice e critica letteraria fiorentina Patrizia Debicke Van der Noot, ’Il segreto del calice fiammingo’. Storia e pittura insieme un po’ sullo stile di uno dei suoi romanzi ’L’uomo dagli occhi glauchi’ ispirato al celebre pittore Tiziano. 
Due passioni della Signora del ‘500, come l’hanno soprannominata in tanti, vista la sua recente trilogia incentrata sulla storia della dinastia dei Medici: ’L’eredità medicea’, ’La gemma del cardinale De’ Medici’ e ’L’oro dei Medici’. "Non il ramo di Lorenzo Il Magnifico – dice la Debicke ma l’altro, quello di Cosimo I e di Anna Maria Luisa che ha fatto la fortuna della Firenze di oggi salvando, con il patto di famiglia, i tesori che l’hanno resa unica agli occhi del mondo".
Questa volta però la scrittrice fa un passo indietro di cent’anni per arrivare al ‘400. Secolo di grandi rivolgimenti con Francia e Borgona in balia della Guerra dei Cent’anni, Italia contesa tra ducati, repubbliche e signorie, l’insanabile conflitto tra impero e papato e il Regno di Napoli sotto la regina Giovanna insieme a Castiglia e Aragona. Al centro della trama c’è il Sacro Calice di Valencia, in pericolo a Gaeta, e difeso proprio dal pittore fiammingo che fu per davvero anche spia di Philippe le Bon, Duca di Borgogna. Van Eyck in seguito designerà suo nipote – forse un figlio mai riconosciuto – Barthèlemy a continuare la sua missione. Un’avventura che condurrà i protagonisti dalle Fiandre alla Milano di Filippo Maria Visconti, poi a Bruges e dalla Borgogna alla Napoli conquistata da Alfonso V d’Aragona.
"Non ho fatto altro che romanzare la storia prendendo tanti personaggi in contatto tra loro – continua – che sono legati da interessi comuni. Mi sono servita di questi legami per costruire una saga con qualche tocco fiabesco come quello della profezia che unirà Alfonso V D’Aragona e Filippo Le Bon di Borgogna ai due Van Eyck". Un romanzo storico che svela un interessante retroscena. "Mi ha divertito il modo in cui il segreto della pittura a olio è arrivata fino ad Antonello da Messina. Si sente dire spesso che fu Jan Van Eyck a portarlo a Napoli. In realtà non fu così, lui morì a 40 anni. Fu un altro Van Eick, quel Barthèlemy di cui parlo che ha insegnato l’arte della pittura a olio a Colantonio, maestro di Antonello da Messina". 
E le donne? "Ci sono ma le principali in realtà sono crudeli. Oltre a Iolanda d’Aragona suocera del re di Francia, c’è Beatriz una nobile portoghese che seminerà panico e zizzania e che mi fa pensare a un artiglio in un guanto di velluto". Tra intrighi, lotte intestine, spionaggio, vendette e un tocco di romanticismo ecco un altro viaggio dunque che ci porta a toccare con mano il senso profondo della storia.

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