Firenze, piazza Beccaria cambierà così: alberi e fontane

Le trasformazioni sul nuovo percorso della tramvia

Il rendering della nuova piazza Beccaria

Il rendering della nuova piazza Beccaria

Firenze, 3 agosto 2021 - Un doppio filare alberato, meno cemento attorno alle piante, ma soprattutto fontane a terra, che spruzzano acqua su un’ampia zona del selciato, in modo da mitigare la temperatura ed evitare in estate le dannose isole di calore.

E’ la nuova piazza Beccaria, che arriverà insieme alla linea 3.2.1, che viaggerà da piazza della Libertà verso Bagno a Ripoli.

Uno dei rendering della nuova piazza Beccaria

Fra le infinite prescrizioni previste dalla Conferenza di servizi, che ha licenziato il progetto della nuova tramvia, sono previsti numerosi inteventi di riqualificazione di tutto il sistema dei viali di circonvallazione, pesantemente segnati dai binari della linea che collegherà il centro alla zona di Firenze Sud.

La nuova piazza Beccaria in un rendering

Ecco allora una serie di richieste avanzate dalla Soprintendenza a ripristino e a compensazione dei danni che inevitabilmente saranno inferti ai viali.

Fra queste, l’attenzione a piazza Beccaria, su cui gli stessi cittadini hanno più volte segnalato i disagi per l’effetto di “piastra radiante“ e di calore provocata dalla gran parte di spazi asfaltati o pavimentati.

"La soluzione migliore, suggerita dallo stesso sindaco Dario Nardella, era quella di far passare il traffico sotto la piazza, in modo da realizzare in superficie un grande spazio pedonale, ancora più verde - spiega il soprintendente Andrea Pessina –. Ma i tempi e i costi non lo hanno permesso. Per adesso, perchè il progetto potrà essere realizzato anche in un secondo momento".

Intanto, particolare attenzione è stata posta all’arredo urbano, con richieste di modifiche per le panchine e i lampioni, ringhiere e parapetti della tramvia. "Spesso si dice ’i dettagli si decidono poi’, in realtà molte opere si vedono proprio dai dettagli -

continua il soprintendente – ed è da lì’ che a volte si capisce la qualità di un intervento e che determina l’impatto complessivo".

Fra le prescrizioni, c’è anche la richiesta di uniformare le ringhiere delle fermate, realizzandole tutte con la transenna ’romana’ o a ’croce di Sant’Andrea’.

Particolarmente lungo è stato in confronto sul nuovo ponte sull’Arno, per il quale è stato decisa la riduzione di cinque metri di larghezza e l’eliminazione di un pilone di sostegno, in modo da rendere al struttura più leggera sullo sfondo dell’Arno.

E ancora interventi per il deposito della tramvia all’altezza del Cimitero del Pino, ridimensionato e inserito a una quota più bassa, per limitare l’impatto visivo.

"Alla fine di questo percorso siamo molto contenti dei risultati raggiunti col progetto dalla linea 2.3 - afferma Andrea Pessina –. Intanto perché nella fase iniziale abbiamo scongiurato il taglio di decine e decine di alberi di cui era previsto l’abbattimento lungo tutto il viale Matteotti. Abbiamo preservato un patrimonio che, anche se fosse stato ripiantato, avrebbe avuto bisogno di decenni per ricrescere e nel frattempo ci sarebbe stato un disagio incredibile per tutti coloro che abitano lungo i viali, con impatti per la temperatura, che sarebbe diventata infuocata. In secondo luogo, l’amministrazione comunale ha condiviso la nostra idea, riguardo al cogliere l’occasione per riqualificare i controviali e riportarli alla loro funzione.

Che non è quella di spazi residuali da destinare al parcheggio per chi viene da fuori Firenze. Ma di aree sosta limitate per chi abita nella zona, e soprattutto luoghi di passeggiata, con un aumento della superficie a verde, rispetto all’attuale che è fatta di piccoli ritagli in mezzo all’asfalto".

Lungo i viali, anche i sottoservizi passeranno dall’attuale lato più vicino al centro, all’altra sponda, per evitare di distruggere testimonianze archeologiche della vecchia cinta muraria.

"Rispetto alla formulazione dell’autunno 2019 a mio avviso il lavoro degli uffici e delle tante, anzi tantissime riunioni, ha dato risultati positivi - conclude Pessina –. E siamo soddisfatti perché la nostra funzione non è non è impedire ma migliorare".

 

 

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