Il luminare dei trapianti potrebbe salvare vite. Ma per ora ha le mani legate

Firenze, accade a Careggi per un "fuoriclasse" del bisturi. E' specializzato nelle patologie del fegato

Paolo Muiesan, a sinistra, dopo un intervento in Pakistan

Paolo Muiesan, a sinistra, dopo un intervento in Pakistan

Firenze, 18 gennaio 2019 - Il luminare per ora ha le mani legate. E che mani. Cosa farà la Regione per trattenere Paolo Muiesan? Perché è inutile restare fra il dire e il non dire: impossibile che il professionista resti a Careggi se in Toscana non gli faranno fare quello che sa fare meglio di tutti in Europa, i trapianti di fegato. Sarebbe come se Messi accettasse di venire a giocare nella Fiorentina e lo tenessero in panchina o gli chiedessero di fare il portiere. Probabilmente non sarebbe contentissimo.

Che il chirurgo, arrivato a dicembre grazie alla procedura per chiamata diretta dell’Università di Firenze da professore ordinario, sia un fuoriclasse nei trapianti di fegato non è una cosa che salta fuori all’improvviso. Si sapeva anche prima di corteggiarlo e ingaggiarlo.

Se lui, per correttezza e stile, ha scelto il silenzio, nel tentativo di ripararsi dalle polemiche sollevate nella guerra dei trapianti di fegato partita a Capodanno con un post su Facebook del chirurgo Daniele Pezzati, è importante che ora qualcuno decida e lo comunichi. Uno sfogo amaro, quello di Pezzati, poi ritrattato, per denunciare che la politica stava per mettere in atto un depotenziamento del centro trapianti di Pisa per cui lavora con abnegazione, duplicandone un altro a Firenze.

Cosa smentita con la grancassa dall’assessore regionale competente e dal governatore toscano. Ok. A Firenze nessuna duplicazione del centro trapianti. Ma allora cosa ne sarà della professionalità di Paolo Muiesan che, nononstante abbia assunto la guida della Chirurgia generale di Careggi, continuerà a fare trapianti di fegato e altri interventi importanti a Birmingham, al Queen Elizabeth Hospital, una settimana al mese in base agli accordi presi tra il professionista e l’azienda ospedaliero universitaria fiorentina?

Al Queen Elizabeth Muiesan ha formato decine di chirurghi, il centro tratta i casi più diffcili provenienti da tutto il mondo: lui stesso la prossima settimana trapianterà un bambino con organo prelevato da donatore vivente.

Pensare che resti a Careggi con le mani legate è un’idea abbastanza astratta e lontana dalla realtà. Va bene che nella chirurgia epatobiliare, a parte i trapianti, ci sono moltissimi altri interventi complessi, fra cui i tumori, in cui la Toscana con Muiesan potrebbe diventare leader in Italia, fermando le fughe di pazienti.

Ma qualcuno dovrà decidere se Muiesan potrà fare anche i trapianti, magari a Pisa, in un’ottica di collaborazione. O magari operando i bambini al Meyer. Oppure l’una e l’altra cosa. Ancora, però, nessuno ha deciso. Il tempo passa. E quello della politica non è lo stesso della scienza e della medicina.

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