Panini alla droga: chiuso kebab

E’ in via Sant’Agostino: faceva da base di spaccio. Stop di 7 giorni

Carabinieri in azione

Carabinieri in azione

Firenze, 19 maggio 2019 - Chiuso un kebab ritenuto dai carabinieri nient’altro o quasi che la «base logistica per lo spaccio di sostanze stupefacenti». Nel dettaglio, il questore ha disposto la sospensione della licenza dell’esercizio per sette giorni ai sensi dell’articolo 100 del Tulps. Il kebab in questione è in Oltrarno, nelle vicinanze di Stato Spirito, per l’esattezza in via Sant’Agostino 15/r.

Il provvedimento della questura è stato notificato alla proprietà del locale nella serata di venerdì dai carabinieri della Stazione Firenze-Pitti. La sospensione della licenza per la somministrazione di cibi e di bevande trae origine da una richiesta alla massima autorità di pubblica sicurezza avanzata dallo stesso Comando della Stazione, in seguito a un controllo antidroga.

Martedì 14 maggio, infatti, i militari arrestarono un cittadino tunisino di 36 anni ritenuto responsabile di spaccio di sostanza stupefacente. In particolare, gli investigatori ritengono di aver accertato – tramite appostamenti e altre attività d’indagine – che il trentaseienne nordafricano stava per più ore al giorno all’interno del negozio, con lo stupefacente pronto alla vendita. Insomma, non era esattamente quello che si dice un avventore intento a mangiarsi un panino in santa pace e a chiacchierare con amici connazionali. Magari c’era anche questo, per copertura. Ma non solo questo. Il vero diletto era un altro: vendere dosi e ricavare quattrini.

Non lavorava da solo, il 36enne arrestato: impiegava infatti un complice per adescare eventuali acquirenti che non fossero già a conoscenza delle ‘spezie’ vendute nel kebab. I consumatori in cerca, ma non consapevoli di poter trovare la roba anche lì, venivano appunto attirati dal complice, invitati ad entrare nel negozio dove, magari tra un panino e qualche anedetto raccontato, avveniva lo scambio dosi-soldi.

Le indagini dei carabinieri proseguono per tentare di risalire all’intera ‘cellula’ di spacciatori nordafricani che, insieme ad altri maghrebini, gestiscono lo spaccio a cielo aperto nel quartiere, nonostante i tanti arresti delle forze dell’ordine, che tengono ogni giorno sotto controllo e osservazione la zona flagellata dalla droga.

g.sp.

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