Palazzo Vecchio raccoglie l’assist della Cgil, "800 milioni di investimenti in tre anni"

Firenze, l’assessore Gianassi replica al sindacato che chiede scelte coraggiose: "Scriviamo insieme il Patto per il lavoro e lo sviluppo"

L'assessore Gianassi (New Press Photo)

L'assessore Gianassi (New Press Photo)

Firenze, 6 marzo 2021 - "Noi siamo pronti e rilanciamo. Cominciamo con lo scrivere insieme il Patto per il lavoro e lo sviluppo della città".

L’assessore alle attività produttive di Palazzo Vecchio, Federico Gianassi, raccoglie la sfida lanciata ieri sul nostro giornale dalla segretaria della Cgil Paola Galgani, che chiedeva alle Istituzioni più determinazione nei progetti di rilancio economico.

Assessore Gianassi, da cosa ripartire?

"La crisi provocata dalla pandemia ha squassato il sistema economico, lavorativo e sociale dell’area metropolitana fiorentina. Sin dall’inizio ci siamo attivati con misure e abbiamo richiesto al Governo interventi emergenziali per sostenere imprese e lavoratori. Ma abbiamo evidenziato subito che servono anche scelte caratterizzate da una visione di più lungo periodo".

Come ricostruire il sistema produttivo della città?

"Ognuno deve fare la sua parte. Sappiamo che il nostro ruolo sarà determinante. Ma siamo convinti che occorra anche la partecipazione, l’impegno e la condivisione degli altri interlocutori, dalle associazioni di categoria alle organizzazioni sindacali. Per questo il sindaco Dario Nardella ha proposto di siglare il patto per lavoro e sviluppo".

Che obiettivi si pone il Patto?

"Avere una voce sola, in modo che sia più forte. Condividere strategie e misure importanti per la ripartenza, comprese le richieste al Governo per il sostegno al nostro territorio"

Sul lavoro, ad esempio, cosa si potrebbe fare?

"Ci stiamo battendo per la proroga nazionale della cassa integrazione. Occorre però che sia anche pagata velocemente. Per questo raccogliamo l’appello di tante categorie che lamentano ritardi a partire dagli artigiani".

E per le piccole e medie imprese cosa serve fin da subito?

"Stiamo chiedendo a gran voce una modifica nazionale della legislazione sugli affitti per limitare il peso della rendita e tutelare chi scommette sul lavoro, ma che a fronte della situazione eccezionale non può onorari gli impegni presi prima del Covid".

Questo nel breve periodo. In prospettiva invece?

"Per quanto ci riguarda ci siamo concentrati sugli investimenti. Nel bilancio comunale sono previsti oltre 800 milioni di lavori in tre anni. Poi ci sono le straordinarie risorse nazionali che con il Recovery Fund sono senza precedenti. Gli investimenti sono un volano eccezionale per rilanciare economia, superare ritardi infrastrutturali e rendere più competitivo e attrattivo il nostro territorio. Ma occorre spenderle presto e bene".

Che non è proprio facile...

"No. Anche per questo abbiamo rilanciato la richiesta di alleggerimento della burocrazia sul codice degli appalti, proprio per non disperdere la grande occasione degli investimenti quale volano della ripartenza".

Su singoli settori in crisi, come l’artigianato, cosa è possibile mettere in campo?

"Su questo abbiamo lanciato una sfida davvero innovativa: acquistare insieme alla città metropolitana fondi nel centro storico da dedicare a prezzi calmierati a giovani artigiani. In più, metteremo a disposizione nuovi spazi col recupero di Santa Maria Novella. E poi oltre l’artigianato, vogliamo fare di Firenze la città dell’alta formazione".

Lei è ottimista? Firenze ce la farà?

"Senza alcun dubbio. La forza, il talento, l’intraprendenza, il protagonismo che sprigiona la nostra città tornerà ad esplodere non appena ne avremo la possibilità. E se combattiamo uniti e coraggiosi saremo ancora più forti di prima".

 

 

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