
di Stefano Brogioni
FIRENZE
C’era una lista, valida dal 2019 al 2022, per le assunzioni, a tempo determinato e indeterminato di Oss (operatori socio sanitari) presso le Asl della Toscana. Ma in piena pandemia, l’Estar, forse nel panico da contagi, ne bandì una seconda, per reclutare personale per l’emergenza.
Ma questa seconda lista, che sarebbe dovuta servire a ingaggiare personale per massimo 4 mesi, è stata giudicata illegittima dal Tar, che ha accolto il ricorso di nove operatori, presenti nella prima graduatoria che, con l’avvento della seconda rischiavano di venir sorpassati nelle chiamate.
Tanto più che la loro ’classifica’ prevedeva anche la possibilità di essere assorbiti con contratti non definitivi.
"I ricorrenti, idonei inseriti nella graduatoria Estar 832017CON - spiegano gli avvocati Ornella Cutajar e Ilaria Biagiotti, vincitori al Tar - hanno contestato la legittimità della scelta da parte di Estar di indire tale nuova procedura selettiva, in luogo dello scorrimento della propria graduatoria, che avrebbe portato all’approvazione di una nuova graduatoria per lo stesso profilo, senza prevedere prove concorsuali, peraltro efficace per ben due anni e che, quindi, si sarebbe posta in concorrenza con la propria". Concorrenza anche numerica: nella prima graduatoria, c’erano circa 1800 posti. Altri 999 idonei sono confluiti nella seconda. Ma dopo il ricorso, lo scorso settembre il Tar ha subito sospeso l’efficacia del bando. Pochi giorni fa, la sentenza ’nel merito’, che ha stabilito la "prevalenza della graduatoria, potendo l’Amministrazione solo in via subordinata procedere all’indizione di nuovi concorsi" e la validità, per tre anni, delle graduatorie, valide anche per assunzioni a tempo determinato.
Ma quello delle graduatorie ignorate è un problema, come denuncia l’ex consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi. Perché da un lato i bandi finiscono per essere dimenticati, e dall’altro c’è un vero e proprio "abuso di contratti dei cosiddetti contratti di somministrazione per tutte le discipline sanitarie", dice Marcheschi, dando eco a numerose denunce di sindacati che si accavallano oramai da anni.
"In pratica, le aziende sanitarie invece di fare una programmazione puntuale del fabbisogno del personale, come prevede la legge, e richiedere, ad Estar, di bandire i concorsi per le figure professionali necessarie, nel tempo hanno continuato ad utilizzare l’intermediazione di agenzie interinali per reperire personale sanitario attraverso contratti di somministrazione. Il tutto a discapito non solo della qualità, ma anche del costo a carico dei bilanci delle aziende. Nel caso degli Oss che hanno vinto il ricorso - conclude Marcheschi -, il caso è ancora più eclatante perchè c’erano graduatorie aperte, ma se non ci fosse stata la sentenza del Tar, sarebbero state ignorate. Per fortuna il Tar ha fatto giustizia".