Cagnoni, gli sms prima del delitto

Gli ultimi messaggi della moglie del dermatologo all'amante

Giulia Ballestri e Matteo Cagnoni

Giulia Ballestri e Matteo Cagnoni

Firenze, 14 ottobre 2016 -  «DICE che l’ho disonorato. Ero fuori al telefono ed è impazzito». E ancora. «Spero non mi distrugga. Lui è una iena». Giulia Ballestri era terrorizzata dal marito, Matteo Cagnoni, in carcere dal 19 settembre per averla uccisa, tre giorni prima, a colpi di bastone in una villa abbandonata. E questa circostanza emerge chiaramente dai messaggi che la donna inviava al nuovo compagno. Conversazioni dai toni sinistri e dal contenuto premonitore.

«Domattina devo andare con lui per vedere dei quadri, ma non mi fido», scrive il 19 agosto, un mese prima del delitto. In quella villa, è emerso ieri, Cagnoni e la moglie erano già andati una prima volta prorpio ad agosto. E c’era stata una lite dopo che lui aveva cercato di farle ammettere la relazione extraconiugale, ma non c’era riuscito. Queste frasi smentirebbero anche la ricostruzione dell’indagato, secondo il quale la donna e non lui sarebbe stata interessata alla vendita dei dipinti in vista della separazione. In realtà lei era diffidente, a insistere era Cagnoni.

GIULIA aveva paura, ma mai avrebbe pensato che potesse arrivare a tanto: «Ha giurato sui nostri figli che non mi farà del male. Mi auguro che il disastro non avvenga. Può fare quello che vuole, ma non mi uccide. È debole e a volte mi fa tenerezza», scriveva al nuovo compagno. La 39enne temeva anche per quest’ultimo («Ho paura che abbia in mente qualcosa contro di te») e per i propri genitori («spero non faccia qualcosa che possa lederli»). Ma era decisa a voltare pagina. Mentre davanti a lei c’era un marito sempre più geloso ed esasperato: «Sono in casa con uno vendicativo, con cui devo gestire tre figli, ma vado avanti lo stesso». Fino alle ultime, inquietanti chat via Instagram: «Ha detto che fra un po’ mi lascia libera. Dice presto. Ma non mi fido...»: sono del 14 settembre, due giorni prima del delitto. E c’è anche un tassista di Bologna a inguaiare il 51enne dermatologo dei vip. Il quale ha raccontato che alle 22.06 di domenica 18 settembre aveva prelevato Cagnoni e il padre da uno studio legale al civico 30 di via Barberia, che corrisponde a quello dell’avvocato Giovanni Trombini che attualmente lo difende. Il fatto strano è che il corpo della moglie sarebbe stato scoperto di lì a poche ore, alle 00.30 di lunedì 19. 

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