Omaggio a Ugo, marchese di Toscana Restaurato il monumento funebre

Badia Fiorentina: presentazione dell’intervento sull’opera di Mino da Fiesole, finanziata dai Friends of Florence

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di Olga Mugnaini

Il 21 dicembre del 1001 moriva il Marchese Ugo di Toscana, il primo a fare di Firenze il capoluogo della Tuscia, spostando la sua residenza da Lucca a Firenze e dando così un primo riconoscimento all’ascesa economica e politica della città sull’Arno.

Deceduto a Pistoia ma sepolto nella Badia Fiorentina, è qui che quattro secoli dopo la sua morte, Mino da Fiesole scolpì il monumento funebre a Ugo di Toscana, un’opera che rappresenta un vero capolavoro della storia dell’arte del Rinascimento.

E’ per questo che oggi pomeriggio, alle 18, nella stessa Badia Fiorentina, avrà luogo la presentazione del restauro del monumento di Mino da Fiesole, finanziato dai Friends of Florence attraverso il dono di The Houston Family Foundation e di Boniface e Alison Zaino. Prevista una cerimonia commemorativa del Marchese Ugo di Toscana, alla presenza dei donatori e del Gonfalone della Città di Firenze.

Ugo è stato il più munifico benefattore della Badia Fiorentina, fondata da sua madre Willa di Toscana. Ma soprattutto fu uno dei più grandi personaggi pubblici della Firenze alto-medievale. E durante il regno dell’Imperatore Ottone III, fu uno dei consiglieri più ascoltati, per le questioni italiane.

"Siamo felici di essere ritornati, con questo restauro alla Badia Fiorentina - spiega Simonetta Brandolini d’Adda –. Il monumento a Ugo di Toscana è un documento importante della storia di questa città ed è un capolavoro della storia dell’arte del Rinascimento".

L’opera Il monumento fu realizzato da Mino da Fiesole fra il 1469 e il 1481, adeguandosi agli stilemi di Bernardo Rossellino e interpretandoli con quella grazia che appartiene a Desiderio da Settignano.

Lo scultore aveva già lavorato qualche anno prima alla Badia Fiorentina, è del 1466 il monumento funebre a Bernardo Giugni. Il complesso scultoreo al Marchese Ugo di Toscana è costituito da tre pietre differenti: il marmo di Carrara (statuario e venato), il marmo rosso di Monsumanno e il serpentino. Gli incarnati delle figure, e in particolare il volto del defunto, sono lucidati molto accuratamente per una resa naturalistica della pelle, mentre le vesti, i drappi damascati e gli elementi decorativi che ornano il catafalco, presentano differenti segni lasciati dagli strumenti dello scultore.

Tutto il monumento era coperto da una spessa coltre di depositi atmosferici, nero fumo e cera di candele. Rimossi i depositi di polvere con aspirazione, tutte le superfici sono state pulite con acqua demineralizzata e spugne naturali.

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