"L'Oltrarno ha bisogno dei turisti". Parola di pittore

"A chi mi chiede dove sia il cerntro storico rispondo che è già al suo interno e forse proprio in quello più autentico"

Stefano Ramunno

Stefano Ramunno

Firenze, 20 luglio 2019 - E’ come se ci fosse un confine invisibile, che inspiegabilmente spinge la massa dei turisti a non oltrepassarlo, facendoli finire in una sorta di triangolo delle Bermuda che li fa sparire. Quello che raccontiamo però non è uno dei misteri fiorentini, ma il risultato del turismo mordi e fuggi, che tiene lontano dall’Oltrarno chi arriva a Firenze. Strano, ma vero. Eppure, questa parte della città è ancora quella più vera, con le sue innumerevoli botteghe, dove si respira ancora la tradizione artigianale fiorentina.

Da sempre l’Oltrarno è ben distinto con il suo tesoro artistico con le piazze Santo Spirito e del Carmine, il museo della Specola, l’ingresso principale del Giardino di Boboli e molto altro. Tappa dopo tappa, mappa alla mano, girando per le strade sembra che i turisti non comprendano l’importanza del posto. Tanto che come racconta Stefano Ramunno, noto come il pittore dell’Oltrarno, “chi arriva in visita la prima volta e capita che si fermi da me in bottega per chiedere informazioni, la domanda più frequente è: “..mi scusi! dov'è il centro storico?”. A volte capita di doversi sentire fare la stessa domanda più volte al giorno. E ci vuole pazienza.

Quella che a Ramunno certamente non manca “con un po’ di malcelato orgoglio, rispondo che sono già nel suo interno e forse proprio in quello più autentico” dice, prima di aggiungere “certo, so benissimo che per cento intendono piazza della Signoria, Santa Maria del Fiore, Santa Croce e tutti i luoghi sicuramente più famosi e visitati da tutto il mondo e chiaramente tutto l’indotto commerciale che si portano dietro”.

Eccolo il punto dolente. Stare fuori dal giro turistico, per l’Oltrarno significa poca crescita, allarme per chi lavora qui e non a caso è lo stesso Ramunno a lanciare un appello all’amministrazione comunale per tentare di mettere in moto misure tali da dirottare anche in queste zone almeno una parte di turisti.

“Una cosa per fortuna non è del tutto cambiata, ed è lo spirito delle persone che vi abitano e vi lavorano. Una zona franca, sempre più con fatica, nel crescente delirio di una città turistica fuori controllo. Qui si respira ancora un'atmosfera familiare, la “gente” di San Frediano, gli sguardi, sinceri e un po’ nostalgici, le battute, la voglia di uscire di casa e stare insieme, riconoscersi. Non sulle chat o in rete, ma in strada, nelle piazze, al mercato” osserva Stefano Ramunno, lui che ha studiato all’Istituto d’Arte di Porta Romana e poi ha scelto di aprire la sua bottega artistica in via Romana.

La tavolozza dei colori, il torchio per le stampe, il cavalletto sono gli arnesi che quotidiamanete usa per dare anima e corpo alle splendide chiese dell’Oltrarno, ai palazzi che vi si trovano, agli scorci mozzafiato, alle mura di cinta, alle torri e alle porte fortificate, ai giardini e alle dimore storiche. “Sono queste le emozioni che cerco di interpretare e raccontare quando disegno e dipingo. Una versione leggera e un po’ fiabesca della mia città, forse quella che vorrei far emergere nei sentimenti e dai desideri di ognuno di noi. Un'attenzione particolare la riservo a quella che considero forse la chiesa o cattedrale, a me più cara, tra le più belle e interessanti del quartiere, quella di Santo Spirito. La sua facciata, particolare ed unica nel suo genere, è subito riconoscibile da ogni suo più piccolo frammento. La piazza antistante è il centro vitale per eccellenza di tutta la zona”.

Poi le incisioni con il torchio a stella, lo studio di accessori moda, i foulard, il tessuto per le borse, i progetti per ceramiche e merchandising fino al restyling di vecchi mobili. “Ogni volta è una scoperta, uno stimolo a continuare” spiega Ramuno, anche se poi non nasconde la sua preoccupazione “non è sempre facile tener testa a realtà commerciali e omologate come quelle di tanti luoghi turistici super affollati ,che spesso non concedono il tempo di riconoscere e apprezzare, se non per chi la sa cercare, l'originalità e la qualità del lavoro di tante maestranze che, con pazienza, fantasia e, costanza, rappresentano il vero anello di congiunzione fra la storia e la cultura di questa meravigliosa città con l'esigenza e l'importanza di non sedersi sul passato ma essere più dinamica e guardare avanti”. Già, guardare avanti, per l’Oltrarno è vitale.

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