Olimpiadi in Toscana, Rossi: "Sì alla sfida, si vince con il modello a rete"

Il governatore Rossi: "Asse centrale Firenze-Bologna ma non basta"

Enrico Rossi

Enrico Rossi

Firenze, 13 settembre 2019 - Il governatore della Toscana Enrico Rossi ribadisce il sostegno alla proposta di candidare Firenze e Bologna per le Olimpiadi del 2032 lanciata dai sindaci delle due città, Nardella e Merola. Una proposta che ha già raccolto l’adesione entusiasta di tanti sindaci toscani, delle associazioni di categoria, della gente comune. Il governatore conferma quello che ha già detto, ossia che «darà una mano», farà il possibile affinché l’idea-candidatura di Nardella e Merola vada avanti e divenga realtà ma vuole puntualizzare alcuni punti che ritiene importanti.  

Rossi, a lei la parola. «Come si fa a dire no alla proposta di fare le Olimpiadi sull’asse Firenze Bologna. Basta pensare all’immenso ritorno positivo di immagine che le Olimpiadi regalano al Paese che le ospitano, al fatto che la Toscana con i suoi scenari è un palcoscenico straordinario, penso alle gare di vela all’Argentario, al basket e alla pallavolo per Siena, Livorno, al ciclismo sulle nostre splendide colline. Però un lavoro serio deve individuare un percorso credibile...».  

Cioè? «Un primo passaggio credo sia quello di coinvolgere il Coni, affinché si pronunci su questa proposta, se la ritiene perseguibile e in che modo, mi pare un particolare importante...».  

Scendendo nel merito, qual è la sua proposta? «Io ritengo che occorrerebbe pensare a un modello a rete, come mi pare abbia proposto anche Romano Prodi, che coinvolga più città, mantenendo centrale l’asse Firenze-Bologna, estesa a Toscana ed Emilia Romagna. Firenze e Bologna da sole secondo me non possono farcela. Non a caso avevo fatto il nome di Roma, mi pare difficile ospitare in Italia le Olimpiadi facendo a meno della capitale. Oltretutto, in una prospettiva di valorizzare più luoghi, si potrebbero ridurre anche i rischi di spendere soldi e avere magari opere faraoniche che poi restino inutilizzate e debiti da smaltire negli anni. E’ un aspetto su cui occorre fare molta attenzione. A volte queste iniziative hanno prodotto effetti devastanti per le finanze pubbliche. Poi bisognerà anche tenere conto dei vincoli del nostro territorio».   

Quali vincoli? «Penso ai vincoli ambientali. Ad esempio che a Firenze non si riesce a trovare con facilità dove fare un nuovo stadio. E non si può coinvolgere l’area della Piana fiorentina che è vincolata per l’aeroporto. Se si vuol parlare seriamente di questa proposta questi aspetti vanno tenuti di conto».

Insomma, lei dice di sì ma invita alla prudenza. «Io dico di sì perché non si può rifiutare l’idea di ospitare una Olimpiade. Ma credo che vada fatto un lavoro serio, e per questo offro il mio contributo, le mie idee».  

Il modello a rete che lei suggerisce, con asse centrale Firense e Bologna, come si svilupperebbe? «Abbiamo l’alta velocità, che collega l’Italia da Nord a Sud, aeroporti internazionali come Milano, Roma, scali come Pisa e Firenze che vanno adeguati. Insomma, secondo me ci sono le condizioni per un ragionamento più ampio, che vada oltre la singola città, ne coinvolga altre e dia così ancora più forza alla proposta lanciata da Nardella e Merola, superando quei limiti finanziari e ambientali che si presentano. Non solo, ma c’è altro...».  

Prego. «All’eventuale tavolo con il governo non potremmo fare a meno di portare, proprio nell’ambito di una proposta che preveda il modello a rete, certi obiettivi diciamo più ravvicinati, che riguardano le infrastrutture, dalla Tirrenica alla stazione Alta velocità di Firenze, allo sviluppo degli aeroporti di Firenze e Pisa, alla terza corsia sulla A1 e sulla Firenze Mare».

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