I dipendenti della Città metropolitana occupano la sede

I lavoratori chiedono che in fase di conversione del decreto Enti locali vengano tolti i tagli alle amministrazioni

Assemblea e mobilitazione di tutti di dipendenti della Città Metropolitana di Firenze

Assemblea e mobilitazione di tutti di dipendenti della Città Metropolitana di Firenze

Firenze, 20 luglio 2016 - I lavoratori della Città metropolitana di Firenze hanno deciso un'occupazione a oltranza, negli orari di apertura degli uffici, della sala del Consiglio metropolitano. Lo hanno deciso oggi, a maggioranza,  insieme ai sindacati di Cgil Cisl e Uil della Funzione pubblica, nel corso di un'assemblea unitaria.

E' stata decisa anche una mobilitazione unitaria per chiedere che in fase di conversione del decreto Enti locali vengano tolti i tagli alle amministrazioni, così come le sanzioni contro lo sforamento del patto di stabilità 2015, per scongiurare il rischio che tutte le Province toscane vadano in dissesto finanziario.

Secondo i lavoratori, se non ci saranno modifiche, la conversione in legge del Decreto enti locali mette a rischio i servizi e provocherà in Toscana un aumento dei tagli (in forma di prelievo forzoso) di oltre 41 milioni di euro che graveranno sui lavoratori. Ad aggravare la situazione c'è poi il fatto che le alienazioni del patrimonio provinciale, pari a 21 milioni per il territorio fiorentino, non potranno essere utilizzate per la spesa corrente e, quindi, messi a bilancio.

I lavoratori hanno lanciato un appello a parlamentari della Toscana, consiglieri regionali e sindaci affinché il testo del decreto venga modificato. Al momento, è stato ricordato, la Città metropolitana fiorentina conta oltre 500 dipendenti, dei quali circa 60 precari.

L'occupazione è iniziata oggi. “Un'azione motivata in primo luogo dai tagli alle Province contenuti nel Decreto Enti Locali, che assesta un nuovo durissimo colpo a questi enti già agonizzanti: lo scopo è difendere i servizi ai cittadini e i diritti e l'occupazione dei lavoratori”, spiegano i sindacati. In Toscana, dove la situazione fino ad ora registrava una situazione critica ma più sotto controllo, il Decreto Enti Locali provocherà un aumento dei tagli (in forma di prelievo forzoso) di oltre 41 milioni di euro.

Se tale Decreto non verrà modificato in sede di conversione, sottolineano i sindacati, tutte le Province toscane andranno in dissesto, con conseguenze negative per i servizi ai cittadini (tra cui manutenzione strade, manutenzione edifici scolastici, trasporto pubblico locale) e per i lavoratori (i quali si vedranno tagliare gran parte del salario accessorio e vedranno a rischio anche lo stipendio, come già accade in realtà del Sud, dove per mesi non è stato erogato). Nella Città metropolitana di Firenze ci sono circa 60 precari ai quali scadrà il contratto a fine anno e, vista l'attuale situazione, non se lo vedranno rinnovare. Inoltre venerdì 22 luglio, giornata nazionale di mobilitazione unitaria di Cgil-Cisl-Uil Funzioni pubbliche, ci saranno assemblee dei lavoratori in tutte le altre sedi delle Province della Toscana.

Alle assemblee sono stati invitati parlamentari dei territori, consiglieri regionali e sindaci. A loro sarà chiesto di impegnarsi perché in sede di conversione del Decreto vengano ridotti drasticamente i prelievi forzosi sul comparto delle Province/Città Metropolitane per evitare il dissesto di più della metà degli enti a livello nazionale; vengano tolte per le Province e le Città Metropolitane tutte le sanzioni previste per lo sforamento del Patto di Stabilità 2015, comprese quelle che causano la drastica diminuzione del salario accessorio; vengano previste norme adeguate per poter rinnovare i contratti a tempo determinato.

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