Commisso: "Il nuovo stadio resterà un sogno"

Il presidente in una lettera ai tifosi: «Non farò mai promesse che non posso mantenere». Nardella attende la risposta del ministero sul Franchi e prende le distanze dalle «fazioni contrapposte»

Rocco Commisso

Rocco Commisso

Firenze, 3 dicembre 2020 Nel giorno del tampone positivo per mister Prandelli, Rocco Commisso diventa negativo sul nuovo stadio. Lo fa in una lettera di risposta a un viola club, datata 27 novembre: «Vedremo se per lo stadio nuovo ci saranno le condizioni per potere lavorare e destinare altre cifre molto importanti anche a questa struttura, vitale per società che hanno ambizioni, ma per come si stanno mettendo le cose, per quello che sento e leggo, ho tanta paura che uno stadio nuovo per la Fiorentina possa rimanere solo un sogno, forse irrealizzabile».

Gelo. In un colpo solo, dagli Usa, il patron viola raffredda gli entusiasmi. Sia sul destino del Franchi, annodato tra petizioni e restyling, ma anche sull’eventuale investimento fuori Firenze. E i sindaci? «Le parole di Commisso sono da ascoltare ma non le interpreto come una rinuncia definitiva - dice il primo cittadino di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi -. Credo siano da registrare come uno stato d’animo di delusione rispetto alla situazione generale. Sappiamo che la priorità è il Franchi, ma i contatti dei nostri uffici con la Fiorentina sono proseguiti e quella di Campi resta ad oggi un’ipotesi sul tavolo. Il passaggio dal Ministero credo sia uno degli elementi chiarificatori su come si possa andare avanti. L’opzione di non fare niente, qualora certe situazioni non si fossero sbloccate, c’è sempre stata. Ma se si scegliesse niente, la ’grande Firenze’ perde sicuramente un’occasione».

Dario Nardella tiene la posizione attendista: «Risponderemo dopo la lettera del Ministero, nel rispetto delle istituzioni e delle procedure», fa sapere. Però, sempre ieri, il sindaco di Firenze, ai microfoni Rai di Un giorno da pecora, ha tenuto a far sapere che «questo scontro tra fazioni di chi non lo vuole toccare e di chi lo vuole radere al suolo non aiuta né la città né lo stadio, bisogna essere un pò equilibrati». Nardella ha definito il Franchi «uno stadio pieno di storia. Il punto è questo: l’architetto Nervi ha progettato uno stadio, non un museo, quindi qualcosa pensato per lo sport, il calcio e l’atletica. L’obiettivo è questo, continuare a fare in modo che lo stadio possa essere utilizzato per quello per cui è nato, cioè lo sport, il calcio prima di tutto».

Secondo il sindaco, serve anche «un adeguamento strutturale importante perché questo stadio ha 90 anni di vita, sono cambiate le regole del calcio, della Uefa e quindi deve essere messo in condizione di poter essere utilizzato secondo le regole attuali del calcio. Ci sono dei problemi strutturali piuttosto importanti su cui bisogna intervenire e c’è anche una funzionalità di questo stadio che non può essere paragonata a quella di 90 anni fa. Tutto questo va conciliato con l’esigenza di tutelarlo: ci vogliono tutte e due le cose».

Ma ora il covid, le pastoie burocratiche, le tante voci levatesi intorno al «monumento» Franchi che ingarbugliano il quadro e ritardano gli interventi, in netto contrasto con il biglietto da visita fast-fast-fast, hanno disincentivato Commisso? Se così fosse, il pessimismo riguarda però esclusivamente lo stadio.

A Bagno a Ripoli, il «Viola Park» va avanti ed entro la fine di gennaio, dopo aver terminato l’assegnazione degli ultimi appalti, il progetto al quale l’architetto Marco Casamonti sta lavorando a ritmi forsennati, è pronto a vedere la luce.

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