Sandro Rogari Mamma Cinzia e papà Luigi avevano tirato su con infinito amore il figlio Niccolò. Era il loro progetto di vita, quello che si celebra in silenzio, scrutando con sguardo ammirato e irripetibile la propria creatura. Perché un figlio diviene nel tempo il senso quotidiano della vita di un genitore e quando diviene maggiorenne il senso del distacco è colmato dal progetto di vita che si allarga. Si pensa, segretamente, a quando ci darà dei nipoti. Questa è la dimensione umana. La nostra verità, il nostro senso profondo dell’esistenza. Ma Niccolò ha incontrato la dimensione disumana di un individuo che si era preparato per uccidere. Un individuo che l’ha massacrato di botte come aveva imparato in palestra. Fino a finirlo, deliberatamente, in quella notte del 12 agosto 2017 a Lloret de Mar in Spagna. D’un tratto, la vita di un giovane di 22 anni è spezzata. Il suo progetto di vita, ancora tutto da svolgere, e quello dei suoi genitori si dissolve. D’un tratto, due energumeni che avevano imparato ad uccidere con le mani e con i piedi lo hanno annientato. La Giustizia spagnola condanna uno dei due a 15 anni. 15 anni per un delitto efferato di un individuo programmato per uccidere! Davvero clementi… L’individuo viene trasferito in Italia per essere nuovamente processato e tenuto in custodia cautelare. Ma c’è un vizio di forma e viene scarcerato in attesa del processo per ’difetto di procedibilità’. Il ’vizio’ sta nel fatto che l’individuo non era sul territorio italiano quando fu deliberata la custodia. Ovviamente, l’assassino si dilegua. Il pm chiede l’ergastolo; ma per un fantasma e che con alta probabilità resterà tale. Nessuno può restituire Niccolò a Cinzia e a Luigi. Non è nelle facoltà degli esseri umani. Ma è nel nostro potere dare e ricevere giustizia. Per Niccolò un perché senza risposta, la sua vita spezzata, si somma ad un altro, la giustizia negata. Allora niente ha più senso; per Cinzia e Luigi e per noi.