Omicidio in Spagna, "Niccolò lo hanno ucciso in tre"

La famiglia si oppone alle due archiviazioni, il 17 luglio udienza-verità

Niccolò Ciatti

Niccolò Ciatti

Firenze, 2 luglio 2019 - FINALMENTE, ci siamo: il 17 luglio, al tribunale di Blanes, in provincia di Girona, c’è l’udienza, una sorta di preliminare che dovrà stabilire chi sarà processato per aver assassinato, nell’agosto del 2017 a Lloret de Mar, il 22enne di Scandicci Niccolò Ciatti.

C’è ancora speranza che non dovrà rispondere dell’assassinio il solo Rassoul Bissoultanov, perché la famiglia Ciatti, tramite i suoi legali, in Spagna e in Italia, ha impugnato l’atto, firmato dal giudice istruttore iberico, che mandava davanti alla corte d’assise uno solo, dei tre ceceni presenti al pestaggio killer.

Sarà insomma un banco di prova per l’atteggiamento che la giustizia spagnola intenderà assumere. Sia nei confronti del «commando» assassino composto oltre che da Bissoultanov anche da Movsar Magomadov e Khabiboul Khabatov, sia nei confronti della discoteca in cui ha avuto luogo l’omicidio di Niccolò.

All’udienza del 17, infatti, gli avvocati della famiglia della vittima, intendono chiamare in causa, come responsabile civile, anche il «St Trop», locale notturno in cui, quella notte del 12 agosto, erano in servizio appena una manciata di addetti alla sicurezza, nessuno di questi, per altro, localizzato nei pressi della pista da ballo dove Ciatti ricevette il calcio che lo ha ucciso. Al momento, la discoteca risulta addirittura nella “parte popular”, cioè una parte civile che, per l’ordinamento spagnolo non ha però diritto a richieste economiche.

L’udienza del 17 non sarà comunque una passeggiata. Perché mentre gli avvocati dei Ciatti, tra cui Agnese Usai di Padova, cercheranno di convincere il giudice che almeno un altro dei tre ceceni, cioé Magomadov (quello che nel video girato con un telefonino indossa la maglietta rossa) ha avuto un ruolo «attivo» nell’omicidio, la difesa di Bissoultanov punterà a ridimensionare l’accusa nei suoi confronti, tentando di riqualificare il delitto contestato in un omicidio preterintenzionale.

Ipotesi fermamente respinta dalla sponda Ciatti, che anzi ritiene che l’uso della forza del lottatore Bissoultanov rappresenti una ulteriore aggravante della sua condotta.

Il ceceno, tutt’ora detenuto, parteciperà all’udienza in video collegamento per ragioni di sicurezza. Il procedimento che si sta incardinando dovrà occuparsi anche degli aspetti della sua custodia cautelare: ad agosto scadono i termini (due anni) ed è necessaria una proroga da parte del tribunale altrimenti il ceceno potrebbe addirittura tornare in libertà.

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