Niccolò Ciatti, le domande dei magistrati spagnoli che indignano: "Era fatto?"

Rogatoria internazionale per sentire gli amici del giovane ucciso. Ignorati i ceceni assassini, ma chiedono se Niccolò fosse "un tipo aggressivo"

Niccolò Ciatti

Niccolò Ciatti

Firenze, 30 marzo 2018 - In una rogatoria internazionale sull'omicidio di Niccolò Ciatti, il 22enne di Scandicci ucciso da tre ceceni nella discoteca St.Trop di Lloret de Mar la notte del 12 agosto 2017, il tribunale di Blanes (Spagna) chiede alla Procura di Firenze di interrogare due amici della vittima e il pm Beatrice Giunti si appresta a convocarli per dare seguito alla rogatoria.

Da quanto emerge i magistrati spagnoli mirano soprattutto a sapere dai testimoni se Ciatti fosse ubriaco o drogato ("L'ha visto 'fatto'?", è una delle domande) e se fosse un tipo "aggressivo" e non dedicano quesiti ai tre ceceni indagati, alle fasi dell'omicidio, al personale del locale che non intervenne per bloccare l'aggressione così come fu evidente dai filmati circolati nelle ore successive.

La pm Giunti comunque, pur dovendosi attenere alla rogatoria, potrà raccogliere in modo approfondito il racconto dei due amici di Ciatti anche rispetto alle numerose circostanze dell'omicidio che vanno chiarite.

Secondo quanto emerge, sarebbero una ventina le domande che i magistrati del 'Tribunale di primo grado e delle indagini preliminarì di Blanes di Gerona chiedono alla procura di Firenze di fare ai due amici di Niccolò. I quesiti provenuti dalla Spagna sono puntati sulla vittima e non si chiede alla procura di Firenze di raccogliere testimonianze sulla dinamica dell'aggressione.

La discoteca St.Trop, la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017, era affollatissima. I tre ceceni indagati colpirono nella ressa Niccolò Ciatti, infierendo sul corpo fino a causarne la morte. Il personale del locale rimase indifferente; dopo aver portato via il cadavere, nella discoteca St. Trop si riprese a ballare, anche con tracce di sangue sul pavimento. Gli atti della rogatoria raccolta a Firenze saranno trasmessi al tribunale di Blanes ma anche a Roma, al pm Tiziana Cugini che a suo tempo aveva aperto un'inchiesta sull'omicidio nella città catalana. La magistratura italiana non ha giurisdizione per i cosiddetti 'reati comuni' avvenuti all'estero ma può comunque attivare proprie indagini.

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