Omicidio di Niccolò Ciatti. Domande choc dei giudici spagnoli, parla il legale

Rogatoria internazionale. L'avvocato del ragazzo ucciso in una discoteca a Loret de Mar: "Certe domande per tutelare Nicco"

Niccolò Ciatti

Niccolò Ciatti

Firenze, 3 aprile  2018 -  «La rogatoria  serve ad evidenziare il profilo sano, tranquillo e pacifico di Niccolò Ciatti, il 22enne di Scandicci  e quindi far risaltare la violenza selvaggia ed immotivata degli aggressori. Il pubblico ministero, che non conosceva ovviamente Niccolò, ha bisogno di dimostrare nel processo che era un ragazzo dai valori sani, tranquillo e che non ha provocato la selvaggia aggressione. A questo serve l’interrogatorio degli amici e familiari di Niccolò».

Lo dice  il legale in Spagna della famiglia Ciatti, avvocato Christian Maiolo, a proposito delle domande choc (tipo «L’ha visto fatto?» o «Era solito azzuffarsi?») che, dopo essere state fatte ai genitori, saranno riproposte a due amici dello scandiccese  ucciso durante una rissa in discoteca a Lloret de Mar nell’agosto dell’anno scorso. L’intervento del legale «affinché non si creino polemiche inutili nei confronti degli inquirenti che stanno lavorando per tutelare la dignità e l’onore della vittima».

Le domande ai due amici (facevano parte della comitiva di Niccolò in Costa Brava, ma non erano presenti alla discoteca St Trop’s la notte del 12 agosto) saranno poste dal pubblico ministero di Firenze, Beatrice Giunti. Per l’omicidio di Niccolò Ciatti, c’è aperto anche un fascicolo presso la procura di Roma. Ma agli atti della nostra inchiesta ci sono soltanto gli accertamenti medico legali compiuti all’arrivo della salma in Italia.

Dalla Spagna, infatti, non sono mai state trasmesse le copie di quanto finora compiuto dagli inquirenti del tribunale di Blanes. E anche questa richiesta di interrogatorio per rogatoria, giunta a più di sette mesi di distanza dai fatti, dimostra che i tempi della «Giustizia per Niccolò» invocata da tantissime voci sono ancora molto lunghi. In carcere, a Girona, c’è il ceceno Rassoul Bissoultanov, colui che, stando almeno all’ultima parte del video agli atti dell’inchiesta, sferra il calcio assassino sulla faccia di Ciatti, che non si rialzerà più e morirà alcuni giorni dopo in ospedale. Oltre a Bissoultanov, sono indagati due suoi amici, Movsar Magomadov e Khabiboul Khabatov che avrebbero attivamente partecipato alle fasi dell’omicidio e che comunque dopo una notte in cella sono stati scarcerati e sono tornati in Francia, a Strasburgo, dove vivono da figli di rifugiati.

ste.bro.

 

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