Omicidio di Niccolò Ciatti, il processo è più vicino. E si stringe il cerchio sul ceceno

Le indagini terminano a febbraio. Firenze torna a chiedere giustizia per il ragazzo ucciso in una discoteca spagnola nell'agosto 2017

Niccolò Ciatti, ucciso a Lloret de Mar nell'agosto 2017. Aveva 22 anni.

Niccolò Ciatti, ucciso a Lloret de Mar nell'agosto 2017. Aveva 22 anni.

Firenze, 18 dicembre 2018 -  Febbraio 2019. Ancora due mesi prima del termine delle indagini per l’omicidio di Niccolò Ciatti, il giovane di Scandicci barbaramente ucciso  nella discoteca St Trop di Lloret de Mar dove si trovava in vacanza, nell’agosto 2017, assieme ad una comitiva di amici. La giustizia spagnola non ha galoppato, in questi mesi, anche se la procedura iberica è leggermente diversa dalla nostra. Alla scadenza dell’ultima proroga di sei mesi dell’indagine, infatti, il pubblico ministero formulerà le imputazioni e i tre imputati per l’omicidio di Ciatti andranno davanti ad una corte d’assise composta da giudici togati e giudici popolari, tirati a sorte, quest’ultimi, fra i cittadini. Una data per l’inizio del processo, però, non c’è ancora. Ma perché l’attività di indagine è stata così lunga? Innanzitutto, l’ultima proroga è servita anche per acquisire in rogatoria ulteriori testimonianze di quella drammatica notte in discoteca del 12 agosto, che coincideva per altro con l’ultima sera di vacanza del 21enne scandiccese. Ma in questo momento è in corso anche una perizia sulla “forza” del principale imputato, il ceceno Rassoul Bissoultanov. Bissoultanov è un lottatore, come gran parte dei ceceni (la lotta è lo sport più praticato nel suo paese d’origine) e lui, soprannominato ‘piccolo Vandamme’, aveva fatto anche combattimenti di Mma, una disciplina che mescola varie arti marziali. La sua preparazione, insomma, è assai superiore a quella di un coetaneo e purtroppo lo si è visto nella drammatica sequenza video agli atti del procedimento costata la vita di Ciatti. Il ceceno, da allora è detenuto, mentre agli altri due indagati, anch’essi di origini cecene, è stato dato il permesso di tornare a Strasburgo, in Francia, dove vivono, anche se con un divieto di espatrio.

Infine, la questione delle parti civili. Le istituzioni sono state molte vicine alle famiglia Ciatti, che in questi mesi ha dato vita anche ad un’associazione, e sia Scandicci, che la Città Metropolitana, hanno manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile al processo. L’avvocato Anna Lucia De Luca, per conto della Metrocittà, ha studiato gli atti e le procedure. In Spagna la possibilità di costituirsi parte civile è prevista soltanto per soggetti del luogo ma le nostre istituzioni saranno comunque presenti nel processo per l’omicidio Ciatti aggacciandosi al municipio di Lloret de Mar.

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