Schmidt: "Tutti in fila agli Uffizi, ma sul web"

Il direttore delle Gallerie fiorentine a Buongiorno Firenze, newsletter de La Nazione: "Assalto al sito, un buon segnale per quando i musei torneranno aperti e il pubblico vorrà tornare di persona"

Eike Schmidt, direttore delle 'Gallerie degli Uffizi'

Eike Schmidt, direttore delle 'Gallerie degli Uffizi'

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Firenze, 4 dicembre 2020 - Il testo che segue è contenuto in Buongiorno Firenze, la newsletter che dal primo dicembre La Nazione invia alle migliaia di persone che si sono iscritte alla community dei lettori. La newsletter, interamente dedicata alla città di Firenze, contiene uno sguardo alla giornata appena iniziata con il commento di un ospite (oggi, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt), oltre a informazioni di attualità, la "buona notizia" e  suggerimenti per vivere la città.  Per ricevere via mail la newsletter clicca su  www.lanazione.it/buongiornofirenze  

 

Com'era annunciato, il nuovo dpcm non cita il mondo della cultura, per il quale si proroga il lockdown. Tutto chiuso, giustamente vietato erudirsi e divertirsi (cit. premier Conte nei confronti del mondo dello spettacolo) in pubblico: fate da soli o al massimo, in famiglia. Nel generale tracollo - psicologico prima ancora che economico - del settore che in Italia avrebbe pure una certa tradizione, si individua una luce. Flebile, ma significativa. Arriva dagli Uffizi, dove si annuncia che il sito internet è preso 'd'assalto da visitatori di tutto il mondo ma in particolare da italiani, che impegnano la reclusione domestica ammirando Giotto, Botticelli, Caravaggio. Seguendo le "dirette" dedicate a filoni dell'arte o a una singola opera. 

Positivo, è che chi sta a casa, passi il tempo in modo impegnativo e che alimenta lo spirito, anche se non alimenta più il portafogli di quanti vivono di riflesso agli Uffizi: ristoratori, albergatori, baristi, commercianti. Per i quali sarebbe un dramma se il lockdown oltre a creare il danno emergente di oggi coi mancati incassi, desse la via a un definitivo  lucro cessante per il futuro. Conseguenza dell'assuefazione del pubblico a visitare i musei sul web e della rassegnazione a fare il giro del mondo dell'arte restando nella propria stanzetta, come un Salgàri qualsiasi.

Eike Schmidt,  direttore degli Uffizi, che intervistiamo qui sotto, è convinto del contrario: chi oggi cerca l'arte sul web sarà il primo a prendere l'aereo, quando si potrà rifarlo liberamente e andrà a bussare ai musei. Perché cercare online il surrogato della visita significherebbe non accontentarsi di quello, ma aver voglia di ripartire, di sfidare magari le code e le intemperie per ammirare un dipinto. Perché il capolavoro in video sarà bello, ma vuoi mettere le vertigini, il volto che si gonfia di emozione, il senso di mancamento che ti prende a vederlo lì, a tre passi?         

 

"Se la gente non può andare all'arte è l'arte che va a trovare la gente". Eike Schmidt, direttore degli Uffizi parafrasa l'antico adagio modellato su Maometto e la montagna per raccontare la condizione della galleria. Deserte sale e corridoi, assalto al sito per le visite guidate virtuali. Gli Uffizi attraggono, anche se chiusi. "Gli appassionati ci seguono da tutto il mondo, in particolare dall'Italia. Apprezzatissime le dirette che permettono di rivolgere domande ai curatori , fra i  quali superata la quarantena da Covid tornerò anch'io. In più il web consente di accedere a settori che in condizioni normali non sono facilmente visitabili" Ad esempio? "C'è una sala che il nostro Fabrizio Paolucci ha descritto, attraversandola senza scarpe. Il pavimento è un intarsio prezioso di marmi ed evitiamo di calpestarlo. Col web ognuno può accedere a quello scrigno". Con le dirette gli Uffizi potrebbero restare aperti h 24 per offrirsi, in favore di fuso orario, alle platee dell'Estremo oriente, dell'Australia? "Abbiamo fatto una diretta Tik Tok con traduzione in lingua giapponese. E prima una trasmissione sulla rete di Stato cinese. Grandi numeri, la Cina".  Nel futuro avremo più web che presenze, nei musei? "Finché dura la pandemia, sì. Dopo, lo escludo: il fascino di trovarsi a contatto con i capolavori non è surrogabile con nessuno strumento virtuale. Comunque, quando dico che gli Uffizi vanno incontro alla gente non mi riferisco solo al web". A cosa, allora? "Il 2021 sarà l'anno di Uffizi Diffusi, con la dislocazione temporanea in Toscana di opere, scelte in base a legami storici, artistici, geografici delle sedi che le accoglieranno". Da sempre il sogno proibito di ogni borgo, di ogni città toscana. "Fu Anna Maria Luisa dei Medici a dichiarare che le opere degli Uffizi non avrebbero mai dovuto lasciare la capitale e la Toscana. Non facciamo altro che attuare il suo desiderio". Quali opere lasceranno gli Uffizi? E dove andranno? "Inizieremo da Pescia, Montelupo, Castagno di Andrea, Poppi e Anghiari. Ogni terra, un'opera ad essa legata. Ogni trasferimento, avverrà in un preciso contesto". A Natale, cosa regaleranno gli Uffizi a Firenze e al mondo? "Abbiamo in serbo alcune chicche, per le festività". Anticipi qualcosa. "I regali di Natale sono a sorpresa. Non smentirò la tradizione". Peccato. "In cambio, vi invito oggi  dalle 13 al tour in diretta facebook tra i capolavori del Beato Angelico agli Uffizi. A partire dalla Tebaide, l'opera del museo più apprezzata dai bambini e che per questo abbiamo esposto a 65 cm di altezza, agevolandone la visione". E martedì 8 dicembre, giorno dell'Immacolata, programmazione live dedicata all'allegoria che il Vasari dipinse della Concezione". Un'opera appropriata alla festività. "Appunto. Dietro le quinte, intanto, lavoriamo per le nuove sale dedicate alla pittura del primo Cinquecento, con le opere di Andrea Del Sarto, Rosso Fiorentino, compreso il Giovanni Battista ottenuto grazie al lascito di Carlo Del  Bravo". Quanto ha portato agli Uffizi il sodalizio con Chiara Ferragni? "Ha aperto a una nuova demografia, quella dei giovani, che abbiamo raggiunto anche con TikTok: la fascia under 25 ha registrato negli ultimi mesi aumento di presenze fra il 35 e il 45% con picchi al 50%. Non è mai troppo presto, per venire al museo". 

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