"Mio fratello Paolo Rossi, un grande italiano" / NEWSLETTER

Rossano Rossi, fratello del campione scomparso una settimana fa è ospite di Buongiorno Firenze, la newsletter de La Nazione. "Quando giocavamo insieme alla Cattolica Virtus e dicevano che fossi più bravo di lui"

Paolo Rossi (Germogli)

Paolo Rossi (Germogli)

Firenze, 17 dicembre 2020 - Il testo che segue apre Buongiorno Firenze, la newsletter che La Nazione invia alle 7 del mattino agli iscritti alla sua community di lettori. Quotidianamente, Buongiorno Firenze individua un tema di cronaca e vita cittadina, di cui si parla con un ospite (oggi Rossano Rossi, fratello del campione del calcio recentemente scomparso)  e indica le notizie più importanti della  giornata. 

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Sette giorni fa moriva Paolo Rossi, l'uomo che scatenò la grande felicità degli italiani nell'estate del 1982, quando l'Italia vinse il Mondiale, grazie a sei reti da lui segnate nelle ultime tre partite. Memorabile la tripletta al Brasile, in quel 5 luglio 1982, consegnatosi alla storia non solo calcistica, ma del costume italiano. Paolo Rossi, nato a Prato, crebbe calcisticvamente nella sua città ed ebbe un decisivo passaggio da Firenze, prima di approdare alla Juventus. Giocò per quattro stagioni nella Cattolica Virtus, dove si consacrò promessa di sicuro avvenire. Assieme a lui, per due stagioni nel club fiorentino, il fratello Rossano, all'epoca considerato addirittura più talentuoso di Paolo.  Oggi,  Rossano è un uomo affranto per la scomparsa del fratello e continua a ricevere gli stessi attestati di affetto e simpatia per Paolo che inondano la casella e.mail e la cassetta postale della casa di Federica Cappelletti, la moglie di Paolo e delle piccole  figlie della coppia, Maria Vittoria e Sofia Elena.   Rossano Rossi ci ha rilasciato l'intervista che leggete di seguito.         

 

L'OSPITE

Rossano Rossi, 66 anni, è il fratello di Paolo Rossi, il calciatore campione del mondo deceduto una settimana fa, in seguito a una gravisisma malattia. In questa intervista, Rossano racconta la propria vita col fratello, soffermandosi sull'esperienza che, giovanissimi, entrambi ebbero nella  Cattolica Virtus a Firenze. Poiché la figura di Paolo Rossi valica confini e campanili, Rossano racconta come tutto il mondo abbia pianto e continui a piangerlo

Paolo Rossi con Giancarlo Antognoni (foto Attalmi)
Paolo Rossi con Giancarlo Antognoni (foto Attalmi)

 

Rossano Rossi, a sette giorni dalla morte, si fa ancora sentire l'affetto del mondo verso Paolo?  "Certo, Lo dimostrano i messaggi, le chiamate che ricevo. Ma ancor di più l'enorme quantità di materiale - foto, video , ricordi - postati e condivisi in rete negli ultimi giorni. Scopro ora aspetti di mio fratello che non conoscevo". Qual è l'ultima scoperta? "Un video con Venditti e  Paolo, nel quale racconta di lui e Tardelli che, dopo il mondiale, una notte si fermarono in un piazzale e giocarono a pallone con alcuni tassisti. Immaginate la sorpresa di qusti ultimi".  Dicono che da piccolo, lei fosse il fratello più bravo, nel calcio. "Lo dicevano. Ma se avevo questa reputazione è anche merito suo:  ero centravanti e Paolo ala destra. Scartava tutti, mi  serviva davanti alla porta e segnavo spesso".  Accadeva prima a Prato, poi alla Cattolica Virtus. "Sì, dall'Ambrosiana passammo alla Cattolica. Da lì, la Juve mi portò a Torino, mentre Paolo restò altri due anni: una norma vietava agli under 15 di uscire dalla regione per giocare. Paolo sarebbe arrivato a Torino due anni dopo". Più bravo di Paolo, forse. Ma di lei si persero le tracce.     "A Torino giocavo e andavo a scuola. Bocciai e mio padre mi riportò a Prato, entrai nella fabbrica tessile dove lavorava anche lui e da allora il calcio l'ho frequentato attraverso Paolo"'. Com'erano i vostri rapporti? "Intensi, continui. Siamo rimasti com'eravamo da bambini. Legatissimi. MI è spiaciuto che a causa del covid, i medici mi abbiano ammesso poche volte a trovarlo in ospedale, a Siena. Ma anche da lì ci sentivamo ogni giorno".  Chi è stato, Paolo Rossi? "In anni difficili per il Paese, contribuì a far sentire tanti connazionali orgogliosi di essere e sentirsi italiani. E realizzando le cose migliori con la maglia azzurra, aiutò il Paese a riunirsi. Paolo è stato un grande italiano".

Piero Ceccatelli

Paolo e Rossano Rossi (a destra) a una mostra di cimeli del campione
Paolo e Rossano Rossi (a destra) a una mostra di cimeli del campione
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