Negozio di borse su Ponte Vecchio, Ferragamo difende la tradizione: "Resti degli orafi"

Giovanna, presidente della Fondazione entra nel dibattito dopo l’apertura del negozio di borse e oro: "Quando certe regole scappano di mano non le riprendiamo più. E’ un patrimonio da tutelare"

Il negozio di Graziella Braccialini aperto su Ponte Vecchio

Il negozio di Graziella Braccialini aperto su Ponte Vecchio

Firenze, 21 settembre 2022 - "Una volta che certe regole ci scappano di mano non le riprendiamo più. Bisogna tener fede alle tradizioni e alla cultura di Firenze, non dimentichiamoci mai che questo è il valore più grande della nostra città". Giovanna Ferragamo, figlia di Salvatore e Wanda Ferragamo che ha sempre lavorato in azienda nei ruoli di responsabilità per la creatività e la produzione del pret-à-porter e che giovanissima debuttò con la linea che portava il suo nome nella Sala Bianca di Palazzo Pitti su invito di Giovan Battista Giorgini, ha le idee molto chiare sul "caso Ponte Vecchio" e sulle borse esposte in vetrina nel negozio del brand Graziella Braccialini.

Signora Ferragamo, sta seguendo questa vicenda commerciale e non solo che riguarda le borse in vetrina sul Ponte Vecchio? Cosa ne pensa?

"Non giudico tanto il prodotto Graziella Braccialini perché non lo conosco ma la modalità di esposizione delle borse nelle loro vetrine su PonteVecchio, uno dei simboli di Firenze. E’ che nella mia mente non concepisco altro che la gioielleria nelle vetrine di questo monumento, che fa parte della storia stessa della città. E’ un simbolo mondiale che va tutelato in tutti i modi, per i fiorentini, i toscani e per il mondo".

Lei considera questo un precedente pericoloso?

"Sì, penso sia proprio così. Se si apre un varco di questo genere e si espongono borse invece di gioielli nelle vetrine del Ponte Vecchio può essere molto pericoloso perché poi potrebbero arrivare pellettieri, magari prodotti adatti ai turisti dei quali ne abbiamo già tanti già al Porcellino o in Por Santa Maria. Ecco non c’è bisogno d’altro, penso". Insomma è un rischio?

"Sì, un rischio grande".

I gioiellieri di Ponte Vecchio chiedono aiuto al Comune per il rispetto delle regole. Lei che ne pensa?

"Fanno benissimo a fare appello al Comune che deve provvedere al rispetto degli ordinamenti. Non vedo perché inquinare questa bella tradizione, non ha senso".

Insomma, secondo lei bisogna mettere un po’ di ordine?

"Va difeso il nostro patrimonio. Per la città. A forza di cedere si perde l’identità di Firenze. Ed è proprio l’unicità di Firenze e la sua fama che fa arrivare tanti turisti. E’ un equilibrio già tanto difficile ma necessario. Altrimenti tutto diventa solo mercato, e non luogo di cultura e di tradizioni secolari".

Le manca la Firenze solo di pochi anni fa?

"Mi mancano i tanti quartieri artigiani che avevamo, tutta quella vita e quell’arte. Se non si difende questa ricchezza tutto si diluisce e si perde. Il Comune deve mettere perciò un punto fermo per questi beni preziosi". Lei va spesso su Ponte Vecchio?

"Purtroppo no, ma quando lo attraverso sono orgogliosa di trovare il piccolo slargo dedicato ai miei genitori, la Piazzetta Salvatore e Wanda Ferragamo, e di questo sono molto grata al Comune di Firenze".

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