Né stipendi, né tredicesime Ex Gkn, veglione amaro

Ieri secondo tavolo al ministero dedicato alla cassa integrazione straordinaria. La Uil: "Non è stato prospettato un ammortizzatore capace di coprire il 2023"

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di Barbara Berti

Niente stipendi e niente cassa integrazione. Si conclude così il 2022 degli operai ex Gkn di Campi, ora Qf di proprietà dell’imprenditore Francesco Borgomeo. Ieri al Ministero del Lavoro si è tenuto un tavolo (il secondo dopo quello di fine ottobre) per l’espletamento congiunto relativo alla richiesta della cassa integrazione straordinaria, incontro convocato alla luce del diniego formale da parte dell’Inps di concedere la cassa integrazione ordinaria.

La cassa ordinaria, come firmato da azienda, sindacati e Rsu, era per il periodo gennaio-marzo 2022, in attesa dei decreti attuativi della cassa di transizione e del piano industriale che accompagnasse la cassa di transizione stessa. Ma il piano si è arenato: da marzo in poi Qf ha proceduto unilateralmente a richiedere la cassa integrazione ordinaria "con carattere d’urgenza relativamente ad una contrazione dell’attività produttiva".

Ieri, quindi, il tavolo era sulla procedura retroattiva di cassa integrazione 11 Ter (cassa straordinaria) aperta da Qf il 6 ottobre. Tale ammortizzatore può essere concesso per massimo 12 mesi e l’azienda vorrebbe coprirci il periodo gennaio 2022-gennaio 2023. Lavoratori, sindacati (e istituzioni) sono contrari ad attivarla retroattivamente. "Una cassa assolutamente inutile ai fini della reindustrializzazione, una sorta di ‘premio immobilismo’, a coprire le colpe retroattive di una proprietà che per un anno ha menato il can per l’aia, incontro dopo incontro" è il duro commento della Rsu ex Gkn che ha disertato l’incontro.

"Serve un ammortizzatore sociale che copra anche il 2023, cioè un periodo a garanzia della presentazione di un concreto piano industriale. La Regione prosegue il suo impegno in atto per lo scouting pubblico ma è urgente corrispondere il salario a tutti i lavoratori che sono senza stipendio già da due mesi" sostiene Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali del governatore Eugenio Giani.

Secondo la Uil, durante l’incontro "non è stato prospettato alcun ammortizzatore capace di andare oltre il 31 gennaio 2023 e dunque di dare copertura per il prossimo anno". Per la Fiom è "urgente un confronto sul futuro dello stabilimento e sul pagamento degli stipendi".

In particolare Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom-Cgil nazionale, ricorda che "Qf continua a ribadire che lo stallo del processo di reindustrializzazione è dovuto alla mancanza di agibilità dello stabilimento. Nonostante sia stata smentita dalle visite dei tecnici della Regione e a chiedere la copertura retroattiva della cassa integrazione". Ma sulla vertenza "continua ad aleggiare un possibile ruolo di una società pubblica, rispetto al quale ad oggi non ci sono state comunicazioni formali e chiediamo venga fatta chiarezza" dice ancora Marinelli.

Il tavolo, quindi, si è concluso con un niente di fatto: le parti si sono lasciate con l’invito all’azienda di richiedere una cassa straordinaria che copra anche alcuni mesi del 2023. Adesso la proprietà farà la sua istanza formale per l’ammortizzatore sociale.

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