Multa per il caffè da 2 euro, l'esperto: "Non esiste un listino, il prezzo è libero"

Dopo la multa di mille euro al titolare della Ditta Artigianale, esplode la polemica. Marinoni: "La qualità a mio giudizio va valorizzata, spiegata, diffusa e difesa"

Francesco Sanapo

Francesco Sanapo

 Firenze, 17 maggio 2022 - Un tempo era possibile concordare con le associazioni di categoria il listino prezzi al quale attenersi. Poi le normative anti trust hanno impedito ipotesi di accordi di cartello, proibendoli espressamente.

“Da allora quindi il prezzo del caffè è del tutto libero anche se comunque esiste un orientamento comune tra i vari esercenti” sottolinea Franco Marinoni, direttore Confcommercio Toscana. Così ogni gestore è libero di poter servire la tazzina al prezzo ritenuto da lui più opportuno, a patto che venga esposto, sarà poi il consumatore a decidere se prenderlo o meno.

“Chi ha detto che il prezzo della tazzina del caffè, indipendentemente dalla qualità intrinseca del prodotto, dall’ubicazione e dalle caratteristiche del locale, dalla professionalità del personale, dal livello del servizio e da mille altre variabili oggettive, debba essere lo stesso in ogni esercizio. La qualità a mio giudizio va valorizzata, spiegata, diffusa e difesa. Come fa Sanapo. Anche con il giusto prezzo o per lo meno con la libertà di applicare quello che si ritiene tale. Perché poi il mercato, come sempre, regola e da inevitabilmente le sue sentenze”.

Così Marinoni commenta quanto accaduto a Francesco Sanapo, più volte campione italiano di caffetteria e formatore di baristi che in città guida una torrefazione e un paio di locali. Brand che punta sull'eccellenza e che nel 2021 ha recuperato l’ex monastero di Sant’Ambrogio, avviando anche una scuola di caffè, che ha ricevuto mille euro di multa. Secondo quanto denunciato dallo stesso titolare, un cliente, indispettito per il costo secondo lui alto, ha deciso di chiamare la polizia municipale visto che il prezzo del decaffeinato (2 euro al bancone) non era esposto al bancone ma solo presente nel menù digitale con il Qrcode. Per questo motivo il bar ha ricevuto una multa da mille euro.

"Ancora oggi, una persona si indispettisce se paga due euro un decaffeinato (processo di estrazione ad acqua) di una piantagione messicana preparato con molta professionalità dai miei baristi. Ci si può infastidire così tanto da mobilitare una pattuglia della polizia municipale costretta ad intervenire e trovarci (giustamente secondo una legge datata) in errore, in quanto non esponevamo il prezzo del decaffeinato sul menu esposto dietro banco (presente però nel menu QR code)? Credo che con tutto quello che oggi si somministra nei bar questa legge ha tanto dell’assurdo e andrebbe cambiata, altrimenti il 99,9% di bar e ristoranti sarebbero facilmente in errore" è stato lo sfogo di Francesco Sanapo.