Moschea, ora Scandicci si sente di serie B: «Ma perché le rogne toccano a noi?»

I Dem fanno quadrato. «È tornata la Firenze invadente e arrogante»

L'ex caserma Gonzaga 'Lupi di Toscana'

L'ex caserma Gonzaga 'Lupi di Toscana'

Scandicci (Firenze), 11 aprile 2017 - Moschea ai Lupi di Toscana? Scandicci dice no. Il Pd scandiccese fa quadrato contro l’autoritarismo fiorentino. Perché non è tanto in discussione l’idea del luogo di culto, quanto l’ennesima decisione imposta da Firenze senza consultare i comuni vicini. Dopo le parole del sindaco Fallani, anche il segretario Merlotti ha voluto dire la sua: «Come Pd di Scandicci intendiamo capire le modalità per le quali il sindaco Nardella avrebbe individuato l’area della Caserma Gonzaga per la localizzazione della moschea e verificare insieme all’amministrazione fiorentina di concerto con quella scandiccese se esistono delle alternative e se si perché non sono state perseguite. Il metodo utilizzato non ci piace e non vogliamo né siamo né ci sentiamo periferia».

Critiche anche dalla consigliera regionale Monia Monni, eletta nel collegio di Scandicci: «Non siamo periferia – ha detto Monni – Nardella sbaglia almeno 3 volte. Sarò a fianco del sindaco Fallani e del Pd di Scandicci. E’ questione di metodo. La città non è metropolitana solo quando fa comodo». E ancora: «Nardella sbaglia perché ricorre a vecchi metodi che hanno sempre generato tensione tra la Firenze invadente e arrogante e i territori che si sono fatti carico di risolvere i suoi problemi perché, senza confronto alcuno, ha pensato di scaricare su chi abita in periferia una funzione sgradita agli abitanti del centro. Dario non è solo il Sindaco della città di Firenze, ma porta una responsabilità più vasta».

IERI SERA si è tenuto un summit tra il sindaco Fallani, l’assessore fiorentino Bettarini, il segretario scandiccese Merlotti e quello metropolitano Incatasciato che ha lasciato Firenze e Scandicci sulle loro posizioni. Ma non c’è solo la politica a esprimere le sue perplessità. A San Giusto il quartiere è in rivolta tra commercianti e residenti. «Una scelta negativa – ha detto Maria Cristina Montefiori – questo è un quartiere dove ci sono anziani che vivono qui da una vita. La Moschea non credo sia una scelta possibile per San Giusto». «Non è possibile portare qui un centro di culto islamico – ha detto Nicla Ciutini – a maggior ragione in un momento in cui ci sono tanti atttentati ai cristiani nei paesi islamici». «La libertà di culto – ha detto Massimo Riva – va condivisa con il governo e coi governi sul territorio. Nel quartiere ci sono già diversi problemi».

«Prima di pensare alla moschea – ha detto Dario Vinattieri – penso ci sarebbero altre cose da fare come per esempio case per i giovani e per chi ha bisogno. Certo all’inizio i rapporti saranno difficili, poi ci si adeguerà. Ma un centro islamico nella ex caserma non mi pare una idea brillante». «I miei genitori abitano qui a San Giusto da una vita – dice Rossella Coppola – nel loro palazzo ci sono diversi stranieri e non ci sono problemi di convivenza. Ma alla Moschea qui accanto sono contraria. Perché è innegabile che per tutta la zona ci saranno conseguenze. E gravi».

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