Moschea nell'ex caserma al confine con Scandicci, il sì è vicino

Palazzo Vecchio vicino al via libera, sì dall'imam. La ex Gonzaga era la casa dei Lupi di Toscana

Fedeli musulmani in preghiera

Fedeli musulmani in preghiera

Firenze, 10 aprile 2017 - "Se quello sarà il luogo dove potremo costruire la moschea, a noi va bene trasferirci all’ex caserma Gonzaga anche provvisoriamente per il sermone del venerdì e per il mese del Ramadan, almeno sino a quando non sarà realizzato il nuovo edificio".

Accogliendo la proposta dell’amministrazione comunale per la quale, almeno inizialmente, la comunità musulmana non era andata pazza, l’imam Izzedin Elzir apre di fatto la fase due di un percorso che sembra vere imboccato la strada che porterà a dama. Non è ancora passato un mese dal giorno in cui il sindaco fece visita al centro islamico di borgo Allegri. Fu in quell’occasione, il 14 marzo scorso, che Dario Nardella butto lì la proposta, un’idea che forse neppure lui sino a quel punto aveva studiato nei dettagli: realizzare la moschea nei terreni comunali che circondano la caserma Gonzaga, la casa dei Lupi di Toscana sul confine tra Firenze e Scandicci per il recupero della quale un concorso di idee internazionale, concluso a dicembre scorso, ha fornito ben 60 progetti che a breve dovranno diventare otto.

Bene, da quella suggestione, in poche settimane l’idea si è riempita di sostanza sino a diventare un progetto. Ci sono stati incontri tra Nardella e la comunità musulmana e anche confronti fra l’amministrazione fiorentina e quella di Scandicci che, nell’area complessiva di 73mila metri quadri dell’ex caserma, ha 20mila metri quadri di terreno nei suoi confini, mentre altri 20mila sono entro i limiti territoriali di Firenze e 33mila di fabbricati da recuperare con la progettazione che necessita di variante urbanistica.

Come aveva detto il sindaco proprio nell’occasione della visita al centro islamico, la decisione di realizzare il nuovo luogo di culto per i fedeli musulmani, non avrebbe dovuto essere vissuto come un’imposizione dai cittadini fiorentini, ma l’inizio di un percorso partecipativo, di condivisione. Nella piena consapevolezza che si tratta di una questione delicata, da gestire con la massima attenzione a non urtare le diverse sensibilità.

In quella giornata del 14 marzo, tra l’altro, Nardella aveva anche ricevuto a Palazzo Vecchio l’arcivescovo Giuseppe Betori: il cardinale, che aveva portato il messaggio di Papa Francesco per la cinquantesima Giornata mondiale della pace, aveva ribadito la sua apertura alla realizzazione della moschea, un luogo di culto dignitoso dove ogni fedele ha il diritto di pregare Dio. La prossima settimana, come spiega l’imam, la comunità musulmana incontrerà nuovamente il sindaco.

In quell’occasione saranno messi a punto i cardini di un accordo. Sarà esplicitata la volontà politica di procedere. E verificata la fattibilità dell’operazione. Che comincerebbe subito, perché il Ramadan – il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini, che prevede il digiuno e un’intensificazione delle preghiere – quest’anno comincerà il 27 maggio per concludersi il 24 giugno. Entro fine aprile sarà presa la decisione anche sui locali di accoglienza provvisori. Si sta infatti verificando la possibilità che anziché montare una tensostruttura nel parco, si possano utilizzare – dopo la messa in sicurezza – alcuni dei locali più ampi della ex caserma, magari quelli un tempo destinati alla mensa o alla palestra.

"Noi avevamo chiesto un luogo in centro per il sermone del venerdì e per il Ramadan – spiega Izzedin Elzir – Ma sicuramente se questo è l’inizio del percorso che ci porterà alla realizzazione della moschea, a noi l’ex caserma Gonzaga può andare più che bene".

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro