Morte di Enzo Galli, disse alla moglie: "Meglio morire che lasciarvi in India"

La storia dell'uomo contagiato dal covid durante il viaggio con la consorte per adottare la loro bambina

Enzo Galli e la moglie Simonetta

Enzo Galli e la moglie Simonetta

Camp Bisenzio (Firenze), 27 agosto 2021 - Superare il Covid e morire per uno shock settico che ha aggredito fegato, cuore e reni. Così dopo tre mesi e mezzo se n’è andato Enzo Galli, 44 anni, l’uomo di Campi Bisenzio (Firenze) che insieme alla moglie Simonetta Filippini in aprile era andato in India per adottare Mariam Gemma, due anni e mezzo. Rimasero bloccati in India per la positività di Simonetta e la loro storia diventò un caso nazionale. Poi il volo sanitario pagato grazie ad una raccolta fondi messa in piedi in 48 ore da un avvocato pratese, Elena Rondelli e l’8 maggio l’arrivo a Pisa. Risultò positivo anche Enzo e da quel giorno non è più uscito dall’ospedale. Oggi è il giorno dell’addio. Senza ritardi la storia poteva avere un epilogo diverso? Non lo sapremo mai ma una cosa è certa: Simonetta davanti alle cappelle del commiato ha trovato il coraggio per evidenziare le omissioni di chi dovrebbe tutelare i cittadini all’estero. Simonetta, cosa è successo nelle ultime settimane? "Enzo si era negativizzato dal Covid ma ai primi di agosto ha avuto uno shock settico, è entrato in dialisi e la terapia a cui era sottoposto stava dando buoni risultati. Mercoledì mattina, in tre ore il quadro clinico è precipitato e anche il dottor Peris del policlinico di Careggi che l’ha seguito con passione e umanità non credeva a questo epilogo. C’era anche lui in stanza quando se n’è andato. Lo ringrazio con tutto il cuore". Da fine aprile ai primi maggio avete fatto tanti appelli per un rientro più veloce ma solo la solidarietà degli italiani ha permesso di pagare il volo: come ripensa a quei giorni? "Ringrazio il console a New Delhi che ci ha aiutato tantissimo e in tutti questi mesi si è sempre fatto vivo per sapere come stava Enzo. Non posso ringraziare l’ambasciata italiana che quel famoso mercoledì ci hanno buttato fuori quando siamo andati a chiedere il visto perché erano in lockdown. Non credo un’ambasciata si debba comportare così con i cittadini che chiedono un diritto come il visto. Non mi sono sentita tutelata. Non ringrazio neppure l’Italia (intesa come quella della politica e delle istituzioni che curano i rapporti internazionali) perché ci ha lasciato lì. Grazie invece a tutte le persone di cuore, anche quelle che sono venute a trovare Enzo. Grazie a chi ci è stato vicino con la preghiera e il cuore". Quale ricordo conserva di Enzo? "Enzo si è addormentato dicendoci una cosa importante: avrebbe preferito morire che lasciare noi laggiù. Mi ha detto: stai serena che Dio è più grande. Ecco Enzo si è abbandonato a Lui per salvare noi e non finirò mai di ringraziarlo. Nei giorni di coma, quando aveva una sedazione più leggera gli parlavo e so che riconosceva la mia voce ma capivo che stava soffrendo molto. Sarà sempre con noi".