Morte di Duccio Dini, tutti scarcerati i rom dell'inseguimento, uno resta in cella

Firenze, la tragedia del giovane che si trovò per caso in mezzo alla resa dei conti tra famiglie. Nardella: "Siamo amareggiati per questa decisione"

Duccio Dini

Duccio Dini

Firenze, 31 gennaio 2019 - Solo uno degli arrestati per la morte di Duccio Dini resta in carcere. Altri cinque rom hanno ottenuto infatti nei giorni scorsi dal tribunale del Riesame gli arresti domiciliari. La vicenda segnò profondamente la città: il giovane si trovò per caso, in motorino, in mezzo a un inseguimento tra uomini di etnia rom. Un regolamento di conti. Il giovane fu investito e per lui non ci fu niente da fare. La tragedia accadde il 10 giugno 2018. Sei i rom che furono arrestati dopo la ricostruzione del regolamento di conti. Adesso cinque sono a casa, mentre solo uno, Dehran Mustafa, rimane in cella. Un altro era già stato scarcerato in agosto. 

«Dopo sette mesi i responsabili della morte di Duccio Dini sono tutti ai domiciliari: anche il capo della spedizione punitiva in cui a giugno fu investito e ucciso il giovane fiorentino è stato mandato a scontare la pena nelle case popolari assegnate dal Comune», ha detto il senatore di Fdi Achille Totaro. 

«È un fatto che denunciamo con forza - ha affermato Totaro - perché è una vicenda che non deve passare sotto silenzio. Ed è grave i responsabili di quella morte siano tornati nelle case del Comune, che contribuisce così ad alleviare la loro detenzione, dopo che il sindaco Nardella si era sprecato in affermazioni e interviste a dire che gli alloggi popolari dovevano essere tolti a queste persone».

"Siamo sorpresi e amareggiati per la scarcerazione - ha detto il sindaco Dario Nardella - Si è trattato di un fatto molto grave che ha colpito la famiglia Dini e tutta la nostra comunità. Se questo è dipeso dalle leggi in vigore, allora una legge del genere deve essere cambiata". 

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