«Noi tutti chiediamo giustizia per David». Anche la console interviene sul caso Solazzo

Intervista alla rappresentante diplomatica di Capo Verde: «Come mamma ho nel cuore la sua famiglia». Una sensazione su quella sera

David Solazzo, il 31enne fiorentino durante uno dei suoi viaggi da cooperante

David Solazzo, il 31enne fiorentino durante uno dei suoi viaggi da cooperante

Firenze, 3 aprile 2021 - Alba Serena Binazzi, revisore dei conti, dall’aprile 2018 console onorario di Capo Verde a Firenze, incarico ‘ratificato’ un mese più tardi dal governo italiano «Anche il console precedente è donna. I capoverdiani preribilmente scelgono donne. Ci sono molte capoverdiane in Italia, soprattutto colf. Il governo pensa che le donne possano intendersi meglio, che una donna sia più vicina ai problemi di chi viene da così lontano». A un anno dal suo insediamento la vicenda di David Solazzo «..anche se da subito mi sono imbattuta in casi spinosi. Esercito il mio ruolo entro un perimetro di competenze ben delimitato: aiutare i capoverdiani in Toscana e gli italiani che intendono andare a Capo Verde. Ma il caso di David è diverso. Mio figlio, suo coetaneo, lo conosceva. Ho nel cuore la famiglia Solazzo. Come mamma più che come console. Non si danno pace. Noi chiediamo giustizia per David perché non è giusto che ci sia una verità denegata. Per questo mi sono attivata con il console italiano a Capo Verde, Luigi Zirpoli». Serve una mobilitazione il più ampia possibile, tenere alta l’attenzione... «Ho parlato con i consoli onorari delle altre città. A Milano con la console capoverdiana. Il marito, suo connazionale è presidente dell’associazione capoverdiani della Lombardia. Sono indignati. Vogliono parlare con Alessandra Solazzo, la sorella di David e il legale della famiglia, Giovanni Conticelli. per conoscere gli aspetti più controversi del caso e organizzare una manifestazione di protesta. Ho raccomandato loro di non dare all’iniziativa una veste politica. Il 18 aprile a Capo Verde ci sono le elezioni: bisogna parlare solo di giustizia». Ha cercato di sensibilizzare le Istituzioni? «Con il presidente del consiglio comunale Luca Milani, sono stata a parlare con il prefetto Alessandra Guidi. Ho riferito la situazione alla nostra ambasciata a Roma. Una consigliera del governo ha scritto al presidente della Repubblica di Capo Verde. Sarei pronta a fare di più e meglio. Ma ricopro un incarico diplomatico».  Si è fatta una opinione su quello che può essere accaduto? «Non posso esprimermi. Dico riguardo alle deficienze investigative che a Fogo non c’è niente. Capo Verde è dieci isole, 500mila abitanti. Credo che neppure esista una polizia scientifica. E a Fogo volevano tutti bene a David, il suo lavoro era apprezzato..» Un incontro sbagliato quella maledetta sera? «Forse. E’ la mia sensazione...Altro non so e non posso dire». Un incontro sbagliato. Il video dell’abitazione di David potrebbe avvalorare l’ipotesi. Si vedono l’ingresso, 2 finestrelle, spaccate, vetri sparsi fuori. Immaginiamo David: entra, nell’atrio s’imbatte in un ‘visitatore’ inatteso. C’è una colluttazione. David spacca le finestre. Si ferisce alle braccia: già qui c’è sangue, tracce più copiose su lungo le scale. Dentro casa. Fin nel bagno: «un mattatoio» l’hanno definito. Il pm di Roma Amelio Erminio Carmelo non appena ha visto il filmato ha scritto sul fascicolo d’indagine ‘omicidio volontario’

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