Mugello (Firenze), 15 marzo 2019 - Sono saliti a quattro gli indagati per la tragica morte di Sofia Salomoni (22enne di Londa), avvenuta nel gennaio 2018 nella frazione di Villore per la caduta da un'altalena artigianale (pericolosamente posta sul ciglio di un burrone) mentre partecipava a una festa di compleanno nella casa di campagna di amici.
Oltre al proprietario del terreno e al figlio (indagati per la posizione della altalena) e a una infermiera del 118, nei giorni scorsi è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini anche a un altro operatore del 118 in servizio nella sala operativa, al quale si contesta la gestione di quella emergenza e di non aver fatto intervenire l’elisoccorso Pegaso.
I sanitari sul posto sarebbero così stati costretti a un difficoltoso recupero insieme ai vigili del fuoco, e poi a portare la ragazza in ambulanza fino a Careggi. Tempo che le risultò fatale a causa di una emorragia interna. Quel 28 gennaio , tra recupero e trasporto in ospedale (fu scelto Careggi invece del più vicino Borgo) passò tempo prezioso e la ragazza si aggravò improvvisamente, per morire in ospedale a causa della rottura della milza. I primi ad essere indagati furono il proprietario della casa e il figlio poi lo scorso dicembre anche un’infermiera del 118 che al momento ricopriva il ruolo di ‘master’ (cioè la persona responsabile delle decisioni sui soccorsi). Ora entra nel procedimento l’operatore che ricopriva la posizione detta di ‘jolly’, che doveva affiancare l’infermiera master 1 e che avrebbe potuto sollecitare l’intervento dell’elicottero (velivolo in quei momenti in attesa a Massa e quindi disponibile).
Nella foto sotto: Sofia Salomoni
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