Moreno, un biondo da Extraliscio

"Sanremo è stato importantissimo: non solo per noi, ma per tutto il movimento delle orchestre da ballo"

di Michele Manzotti

Nel tridente che rappresenta il gruppo Extraliscio, Moreno "Il biondo" Conficconi spicca per la sua professionalità strumentale, perfezionata in tanti anni di esperienza dal vivo, come sanno tanti frequentatori fiorentini delle sale da ballo. Mentre Mirco Mariani rappresenta in estrema sintesi l’avanguardia, il cantante Mauro Ferrara e Moreno simboleggiano la grande tradizione delle orchestre legate al folk, un mondo che ha trovato una vetrina inaspettata al Festival di Sanremo con il brano Bianca Luce Nera.

Dopo tanti anni di musica nei locali di tutta Italia come sta vivendo questo periodo?

"E’ un sogno irrealizzabile che improvvisamente è diventato realtà, tanto che ogni mattina mi chiedo se non ho sognato tutto. Una situazione che era inimmaginabile solo un anno fa, fino a quando siamo stati scoperti da Elisabetta Sgarbi. Abbiamo toccato il cielo con un dito grazie a una persona di grande esperienza e capacità imprenditoriale".

Come vi ha conosciuti?

"Tramite il poeta Ermanno Cavazzoni; ha avuto una folgorazione che ci ha colto di sorpresa. Non ci conoscevamo, ma lei ci ha scoperto giorno dopo giorno durante le riprese del film Punk da Balera. Quando la pellicola è andata alla mostra di Venezia, a tutti noi è come se si fosse accesa una luce. Inoltre durante la prima emergenza, ci ha spronato e motivato a lavorare su nuovo materiale musicale, individuando così un brano e chiedendoci di perfezionarlo. Era Bianca Luce Nera, che poi lei ha mandato ad Amadeus e che è stato scelto per Sanremo".

Quanto pensa sia stata utile questa presenza per il movimento delle orchestre da ballo italiane, in vista di una prossima ripresa?

"Noi siamo andati con un progetto molto particolare e coraggioso come Extraliscio, pieno di altre sonorità e strumenti inusuali. Ma è indubbio che ci sia stata molta attenzione per il liscio, la balera e le orchestre da ballo. Questo rappresenterà la salvezza del nostro genere: un conto è cercare contributi, un altro è essere insieme a teatri e cinema per essere pronti alla ripartenza".

Lei è il presidente di Obis, l’unione delle orchestre da ballo. Quanti iscrizioni avete e quali sono le vostre iniziative?

"Va precisato che sono le orchestre a iscriversi (anche se abbiamo soci sostenitori) le quali rappresentano a loro volta un gruppo di persone, come tutte le piccole aziende. Ci sono un centinaio di associati che provengono da ogni parte d’Italia, Toscana compresa, e attualmente stiamo lavorando con esperti (commercialisti, sindacati) per sostenere i musicisti. Un lavoro che è necessario, anche per evitare che tante persone di talento lascino la musica cambiando mestiere".

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