EVA
Cronaca

Moranduzzo Bijoux d’autore in via Condotta

Eva

Desiderio

Un tempo si chiamavano chincaglierie, un giardino di curiosità e uno scintillio di perle, strass, jais, paillettes da far girare la testa. Un mondo di fantasia sfrenata per abbellire camicette e golfini, cerchietti per i capelli e bordi ai tailleur, quando usare ago e filo era la specialità in tutte le case. Poi stop alla luce e alla creatività spontanea in nome della confezione prima e del Fast Fashion poi, per non dire della catastrofe dei prodotti Made in Cina.

Un mondo perduto di cui a Firenze si conservano ancora un bancone e una vetrinetta dentro il negozio di bijoux vintage e moderni con impronta invece Made in Italy in via Condotta 19 rosso. Lì dentro il tempo si è fermato a più di cinquant’anni fa quando la bottega di famiglia fondata nel 1938 da Elena Moranduzzo fu completamente alluvionata nel novembre 1966. "Allora la boutique fu rifatta, l’Arno aveva distrutto tutto - racconta la signora Erica che con la cognata Paola continua la tradizione della zia Elena Moranduzzo che aveva cominciato con gli oggetti sacri e piccoli oggetti per abbellire la casa prima di passare a collane, bracciali e spille - e oggi è ancora come allora e nulla è cambiato, neanche i vassoi dove esponiamo la nostra bigiotteria per le clienti". Le fettucce di cristalli Swarovski o Boemia brillano e rimandano la memoria ai semplici abiti da sera confezionati per le feste dalle mamme per le figlie. Le collane di perle a 5 fili sembrano quelle della Regina Elisabetta con tanto di fermaglio imbrillantato, e ancora coralli montati in oro come cuori o cornetti, orecchini che sembrano quelli di Coco Chanel, bracciali di argento di catene piene. Un negozio per intenditori che è appena entrato nella lista delle Eccelllenze Storiche Fiorentine, uno dei rari gioielli nel commercio di via Condotta come il negozio tutta poesia e profumi della fioraia Maurizia Venturi che merita un premio per coraggio e tenacia. Proprio come la bottega Moranduzzo che con la sua “normalità” e rarità ci riporta a un mondo per fortuna non ancora completamente perduto.