Monopattini boom, già 4000 in città. E arriva lo sharing

A partire da novembre novecento mezzi a noleggio Economici e green ma c’è il nodo sicurezza

Un ragazzo in monopattino elettrico in piazza della Signoria

Un ragazzo in monopattino elettrico in piazza della Signoria

Firenze, 24 ottobre 2020 - Sono il veicolo del momento: economico, ecologico e alla portata di tutti (anche di chi non ha la patente). Stiamo ovviamente parlando dei monopattini elettrici, diventati in meno di un anno un oggetto cult apprezzato soprattutto dagli under 30 (anche grazie al bonus statale per il loro acquisto). La moda del monopattino ha colpito anche Firenze. Impossibile, proprio perché non necessitano di una targa o di un simbolo da esporre sapere con assoluta certezza quanti ne siano stati venduti nella nostra città. Si parla però di una stima che supera i quattromila pezzi. Basta entrare in un negozio per rendersi conto del fascino che suscitano soprattutto tra gli studenti universitari. Ieri pomeriggio siamo andati nel centro Mediaworld di Novoli: in meno di mezz’ora ne sono stati acquistati due e altre tre persone hanno chiesto informazioni al riguardo. Si va da un minimo di duecento fino a toccare gli ottocento euro. Un mezzo di buona qualità si attesta intorno alle quattrocentocinquanta euro. Neanche l’amministrazione comunale è rimasta indifferentea alla moda dell’anno. Il Comune di Firenze ha infatti indetto a giugno una gara per il noleggio di novecento monopattini elettrici, vinta da Bit Molility, Reby Italia e Adduma che metteranno a disposizione dei cittadini una flotta di trecento mezzi ad azienda. Il servizio partirà entro la fine di novembre. È tutto oro ciò che luccica? Ovviamente no. Uno dei temi che ha generato maggiori polemiche su questo mezzo smart è stato senza dubbi quello relativo alla sicurezza stradale di chi lo usa. Anche in considerazione della velocità (circa 35 chilometri orari) che possono raggiungere. "Stiamo approfondendo l’aspetto tecnico sul tema della sicurezza connessa all’utilizzo di questo mezzo – ricorda l’assessore alla mobilità del comune di Firenze, Stefano Giorgetti -. L’entrata in funzione dello sharing aumenterà in modo significativo la presenza dei monopattini sulle strade cittadine e approfondire le questioni legate alla sicurezza è fondamentale". Sul tema della sicurezza punta l’attenzione anche il capogruppo di Fdi in Regione, Francesco Torselli. "Il bonus monopattino è una delle iniziative più ridicole del governo Conte. Credo che serva in ogni caso un’abilitazione per guidare un mezzo che ha un motore, seppur elettrico, e rendere obbligatorio l’uso del casco". Uno studio del Bonston Consulting Group stima che, nei prossimi anni, le possibilità di guadagno nel lungo termine per il mercato europeo e statunitense potranno aggirarsi tra i venticinque e i trenta miliardi di dollari. Ovviamente, come spesso accade nel nostro Paese, gli italiani giungono in fattoria quando i buoi sono già scappati da un bel po’ di tempo. Il mercato, già oggi, è infatti dominato da aziende cinesi e a stelle e strisce. Basti pensare che il 39% dei prodotti venduti nel nostro territorio sono della Xiaomi, un’azienda (leader anche nel settore della telefonia mobile e degli smartwatch) fondata in Cina nel 2010. I modelli che vanno per la maggiore sono appunto Xiaomi, Segway, Hudora, Nilox, Nito e Vivobike. Le ultime tre sono aziende italiane, ma, in realtà nella nostra penisola non c’è un solo impianto di produzione. Nati all’inizio del 1900 negli Stati Uniti, i monopattini per decenni sono stati bollati come un giocattolo adatto ai bambini. Nel dopoguerra, soprattutto in Francia, qualcosa si muove, ma i numeri sono ancora modesti. Il padre del monopattino moderno è considerato lo svizzero, Wim Ouboter, un imprenditore che di fatto rivoluziona la mobilità cittadina nel 1996 quando inventa "Micro".  

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