Molotov in giardino: indagato l’ex socio

E’ ritenuto il mandante dell’attentatore nel giardinetto della villa della imprenditrice Lucia Bencini. Accertamenti sugli altri episodi

L’ex socio nell’azienda di Lucia Bencini e un’altra persona sono indagati per i tre gravissimi ’avvertimenti’ subiti dalla imprenditrice di Scandicci: nell’ordine la sua auto bruciata, nel 2020, poi a gennaio una bomba molotov lanciata di notte oltre il cancello dell’abitazione di Castagnolo, a Lastra a Signa. Infine ad aprile un tubo contenente più di mezzo chilo di polvere pirica piazzato sotto la macchina, che però non scoppiò. Circostanza questa che qualche settimana fa – considerati gli esiti della consulenza scientifica – ha consentito ai carabinieri del nucleo operativo comandato dal colonnello Angelo Murgia e ai colleghi del Ris, di imprimere la prima svolta alla delicata indagine.

La novità di queste ore è che gli inquirenti hanno nominato un ingegnere come consulente tecnico informatico per realizzare copie forensi delle memorie di 2 telefoni cellulari sequestrati all’ex socio, quale presunto mandante. La sua posizione si aggrava, sospettato d’aver ordito il piano vendicativo verso la Bencini. Piano la cui realizzazione sarebbe stata ordinata a un complice assoldato. I supporti digitali di memoria dei dati informatici verranno riversati per tentare di acquisire prove ulteriori a supporto dell’ipotesi accusatoria.

L’accertamento tecnico precedente è stato effettuato su tracce di Dna depositate sull’ordigno inesploso. E in un garage, sembra quello dell’ex socio, sarebbe stata ritrovata polvere pirica confrontata con quella inserita nel tubo non scoppiato. L’ordigno artigianale inesploso, insomma ha, o avrebbe "parlato".

Il movente possibile è stato individuato nel contenzioso intercorso tra l’ex socio e l’azienda creata dal padre di Lucia Bencini. Una mediazione, un accordo non facile a livello civilistico, la somma liquidata all’indagato, sembrarono sancire la chiusura del rapporto. Possibile – sempre nell’ottica accusatoria – che l’ex socio si sia sentito comunque penalizzato e che ciò abbia innescato la sua vendetta. Lucia Bencini, sorella dell’ex senatrice M5S Alessandra, aveva presentato un esposto-querela tramite il suo avvocato Francesco Stefani chiedendo agli inquirenti di visionare le immagini della video sorveglianza della casa: alle 5 del 23 gennaio ritraggono un uomo in tuta bianca ignifuga e maschera sul viso che lancia la molotov oltre il cancello della villetta. Le caratteristiche però non corrispondono pare a quelle dell’ex socio. Le fiamme causarono diversi danni e si estesero.

giovanni spano

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