"Mio fratello David, ucciso senza un perché"

Parla la sorella del cooperante trovato morto a Capo Verde nel 2019: "Indagini superficiali, le istituzioni ci aiutino a trovare la verità"

Ancora pochi giorni e il 1° maggio saranno due anni. "Aspettavamo David a casa, sarebbe dovuto ripartire dall’isola di Fogo il 2 o il 3. Macché suicidio, macché incidente domestico come dicono a Capo Verde per chiudere in modo sbrigativo e superficiale i segreti della tragica morte di mio fratello". Alessandra, 38 anni, laurea in diritto dell’ambiente, è la sorella del cooperante di Cospe trovato morto a 31 anni nella sua abitazione sull’isola. Ieri in Palazzo Vecchio l’iniziativa in streaming ‘Conoscere il mondo per cambiarlo: la lezione di David Solazzo’.

Un modo per ricordarlo

"Per tenere vivi la sua memoria, il suo impegno, il suo lavoro sulle biodiversità. E per sollecitare le Istituzioni a fare luce su quella morte atroce. Paghiamo ancora oggi l’affitto di quella casa, nella speranza di mantenere intatta la scena del crimine. E’ imbrattata di sangue come il giorno del ritrovamento del corpo: nell’ingresso, per le scale, ai piani superiori. Una scena raccapricciante: si vede bene nel video girato da una collega di David, suo ex capo e trasmesso al pm Ermilio Amelio, di Roma". Piazzale Clodio è competente sui decessi misteriosi di italiani all’estero. "Quando il pm vide le immagini rubricò l’ipotesi di reato come omicidio volontario".

Le indagini si sono arenate presto

"Vero. Pensi che la procura non ha mai fatto intervenire la scientifica. E pare che in terra non ci siano impronte di scarpe. Possibile? O qualcuno le ha cancellate? Per questo e altro sollecitiamo le istituzioni. Tutte. La nostra ambasciata, laggiù, ha scritto al ministro degli Esteri locale. Non ha avuto risposta. E la procura capoverdiana mandò pochi atti, l’estate scorsa. Questo irrita profondamente. Ecco perché dico che la vicenda si può sbloccare per volontà politica".

Lei Alessandra pochi giorni dopo la tragedia viaggiò fino a Capo Verde. Che ricordi ha di quella trasferta?

"Ricordo le incongruenze palesi, immediate. Dissero che David aveva rotto il vetro nel tentativo di rientrare a casa e per questo si era ferito in modo irreparabile. Ma i vetri erano sbriciolati a terra all’esterno: pareva che fosse accaduto l’esatto contrario, che il vetro fosse stato frantumato dall’interno. Altro episodio: la procuratrice, che dissequestrò la casa in appena 48 ore, ci incontrò per restituirci le chiavi. Volevamo entrare, girare un video per documentare lo stato dei luoghi: lei ce lo impedì! Eppure l’abitazione era dissequestrata!"

Che idea s’è fatta lei? David può aver scoperto un segreto inconfessabile, magari in modo inconsapevole?

"Non credo a misteri di questo tipo. Né a moventi passionali. Penso che David sia stato ferito a morte da qualcuno che conosceva, magari la situazione è trascesa, ha cercato di porvi rimedio, non ce l’ha fatta ed è scappato. Oppure..."

Oppure?

"In quei giorni a Fogo c’era una festa nazionale che richiama migliaia di persone, anche balordi, pure dall’estero. Forse un ladro, un ubriaco...Ma se così fosse, perché tanti misteri? Perché così poco impegno nelle indagini?".

giovanni spano

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