Ciao Mike, la tua musica non finirà mai

Una folla immensa di amici e colleghi, nella chiesa di Sant’Ilario a Colombaia, per l’ultimo saluto al nostro Michele Manzotti

Tanta gente ha partecipato alle esequie di Michele Manzotti

Tanta gente ha partecipato alle esequie di Michele Manzotti

Firenze, 3 maggio 2022 - "Ti faccio un regalo – mi disse una volta, qualche anno fa –. Adesso chiamo Charlie Musselwhite a Chicago per un’intervista perché viene al Pistoia Blues , poi ti ci faccio parlare e così suonate insieme l’armonica al telefono...". Touché. Successe davvero. Perché Michele Manzotti era così: generoso e geniale. Pochi secondi, giusto il tempo di fare un paio di riff con una Hohner in La, da un capo all’altro del mondo, ma quel regalo me lo fece sul serio. E non fu un regalo da poco, perché Charlie Musselwhite è uno dei più grandi armonicisti blues in circolazione. Ci va di ricordarlo anche così, Michele Manzotti, il nostro collega vicecaporedattore che ci ha lasciati troppo presto e che ieri pomeriggio abbiamo salutato in moltissimi, nella piccola e graziosa chiesa di Sant’Ilario a Colombaia. Amici, colleghi giornalisti, musicisti, tutti insieme per un abbraccio alla moglie Laura e ai figli Gaia e Lorenzo. Tanta gente. La sua gente all’ultimo Crossroad.

Michele Manzotti
Michele Manzotti

Michele Manzotti lascia un vuoto incolmabile non solo al giornale – dove scriveva di musica e aveva un ruolo chiave all’Ufficio centrale – ma anche in tutta la città. E non è un’esagerazione. Pochissimi a Firenze (osiamo dire in Toscana) possono competere con la sua conoscenza del blues e del rock, della classica e della sinfonica. Pochissimi possono dire di aver conosciuto grandi artisti quando ancora erano piccoli talenti pronosticandone una gran carriera. E’ stata una giornata blues , ieri, laddove blues sta davvero per tristezza, malinconia, rassegnazione: Michele non è più fisicamente fra noi, non verrà più a trovarci in redazione, né a sentirci suonare. Ma sarà come averlo con noi lo stesso, perché un eccellente compagno di lavoro per tanti anni non si scorderà mai. Era una persona buona, per bene, che sapeva risolvere i problemi più delicati: sul filo dell’ultim’ora tirava fuori dal cilindro la parola giusta per dare la svolta a una locandina, o a un’apertura.

Michele era uno di noi. Ma anche uno di voi. Sì, voi che magari non lo avete conosciuto di persona, ma che forse avrete letto le sue recensioni musicali qui su La Nazione , o che magari lo avrete ascoltato a Controradio. Ma Michele era anche molto di più. Per nulla scontato, come ha detto Lorenzo alla fine della Messa: "Per voi era Michele, Mike, Michelino. Per me è stato un bravissimo babbo".

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